C’è un mondo dove venire al mondo “maschio” equivale a una condanna a morte senza alcuna possibilità d’appello. È il mondo dei pulcini, quelli destinati alla pollicoltura ovvero l’attività che consiste nell’allevamento di polli per la produzione di uova e carne. In questo settore, se vieni al mondo maschio, vieni considerato inutile perché da adulto non sarai capace di deporre le uova né potrai essere utilizzato per produrre carne. Ragion per cui, soltanto in Italia, ogni anno vengono uccisi tra i 25 e i 40 milioni di pulcini. Un numero davvero impressionante. Non è nemmeno una bella morte quella che aspetta i pulcini neonati: vengono infatti triturati vivi o soffocati, abbattuti entro le prime 24 ore dalla nascita e (ancora più triste e crudele) tutto questo avviene senza l’utilizzo di tecniche di stordimento. Una pratica contro la quale nel 2020 Animal Equality combatte da lunghissimo tempo. Per questo due anni fa ha lanciato una campagna alla quale hanno aderito più di centomila persone per chiedere a Governo e industria di porre fine a questo terribile metodo di allevamento. Si sa, cambiare le cose in Italia non è facile, eppure già nel 2020 l’associazione di categoria dei produttori di uova Assoavi si è dichiarata favorevole all’introduzione di tecnologie dette “in-ovo sexing” ovvero che garantiscano un sistema che eviti l’abbattimento dei pulcini maschi. Una sorta di intervento selettivo prima della nascita

L’emendamento presentato alla Camera da Francesca Galizia, capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Politiche Ue è stato approvato (sostenuto anche da tante altre forze politiche) nel dicembre 2021 e prevedeva l’adeguamento alla normativa per l’aggiornamento delle procedure di lavoro e dello stato tecnologico delle imprese del settore dell’allevamento delle galline ovaiole. Il 30 giugno è arrivata la bella notizia tanto attesa dagli animalisti: anche il Senato italiano ha approvato, con un voto decisivo per la storia delle leggi sul benessere animale in Italia, lo stop all’abbattimento dei pulcini maschi. Ma non sarà uno stop immediato: arriverà entro la fine del 2026. Ma è già un grandissimo passo avanti.

«Il Senato ha votato, approvando l’emendamento e quindi l’introduzione di questo divieto, che arriva sulla scia di quanto annunciato da altri paesi europei come Francia e Germania – si legge in una nota di Animal Equality - non possiamo che celebrare questo passo storico e fondamentale in Italia per la tutela degli animali allevati a scopo alimentare».

Animal Equality spiega che l’emendamento votato e approvato anche in Senato prevede tempi di adeguamento alla normativa per l'aggiornamento delle procedure di lavoro e dello stato tecnologico delle imprese del settore dell'allevamento delle galline ovaiole, supportando d’altro lato l'introduzione e lo sviluppo di tecnologie e strumenti per il sessaggio degli embrioni in-ovo in grado di identificare il sesso del pulcino ancora prima della schiusa, anche attraverso politiche di incentivazione di tali tecnologie. «Si tratta di una notizia importantissima per gli animali in Italia e davvero storica - ha commentato Alice Trombetta, direttrice esecutiva di Animal Equality Italia.- siamo molto felici che anche in Senato si sia scelto di approvare questo emendamento che regola un aspetto critico nell’industria della produzione di uova. Gli animali sono esseri senzienti che non possono più essere solo considerati scarti industriali. L’uccisione selettiva dei pulcini maschi che avviene ogni giorno non può più essere considerata la normalità e il Senato ha scelto di sostenere la nostra proposta che segue le linee dettate anche dell’Unione europea in materia di benessere animale. Le istituzioni devono impegnarsi in questo percorso fondamentale per il progresso del nostro Paese e degli animali sostenendo l’introduzione di tecnologie che sono in grado di mettere fine a questo abbattimento crudele sistematico, sulla scia di impegni e volontà già espresse anche dall’industria e dai produttori».

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