Siete in viaggio su una statale del Galles, pensando alla pioggia infinita e agli affari vostri. La radio passa rock & roll e questo è l’unico aspetto positivo di una strada dimenticabile. A un certo punto il suono delle casse diventa classico e vintage insieme, semplice e potente. Nulla di nuovo, ma sembra ipermoderno. La canzone è nuovissima, chi sia il gruppo non potete neppure immaginarlo. Che giri nelle radio di mezzo mondo neppure. Però battete il piedino e cominciate a canticchiare: mammamia. Il bello viene dopo. Difficile sarà accettare che i rockers o presunti non arrivino da Londra e neppure da Glasgow, non dalla Mela né da LA. Difficile scindere musica e immagine, scartare i pregiudizi e indagare sul valore effettivo. I Måneskin sono il miglior prodotto italiano da esportazione dell’ultimo anno. Una bella grana per chi ha sempre rifiutato l’idea che lo stivale potesse produrre rock and roll a caratura internazionale. Per i puristi del genere è un’eresia anche associarli alla parola stessa rock. Difficile da mandare giù perché il prodotto arriva da X Factor, e peggio, da Sanremo. Forse per via di quelle tutine che neppure David Lee Roth, e di quei visetti truccati. Il reggicalze poi… mammamia. Eppure cari rockers, amavate il glam anni ‘80, i Poison? Cinderella? Def Leppard? Bene se prendete un poco di Stones, per via di un certo modo di stare sul palco, una buona dose di White Stripes e Franz Ferdinand avrete il risultato di un gruppo che ha scardinato i pregiudizi. Non cercate scuse se vi piace. Non cercate assoli, non ci sono. Il prodotto è tutto impatto e ritornello, secondo l’assioma di Jack White. “Solo quel che serve please”. E come dargli torto: Poo po po po po po poo, è famosa più di Stairway to heaven.

Proprio non ci riuscite? Allora tornate in cameretta ad ascoltare i Saxon ma sappiate che magari al professor Bruce Dickinson non dispiacciono questi ragazzi romani.

Ha scritto il Guardian: “Secondo un luogo comune, l’Italia avrebbe prodotto la migliore arte e la migliore cucina al mondo, ma non una sola band decente – per non dire del fatto che l’Eurovision non è esattamente il posto dove si va per il rock’n’roll. Le chitarre tendono ad avere un suono sintetico e di solito sono usate per produrre power chords buoni per accompagnare una band metal impegnata in un Oktoberfest di zombie o qualcosa del genere”.

E invece i Måneskin, secondo i giornali britannici, hanno un suono rock autentico e solido, come se davvero fosse suonato attraverso ampli Marshall e non via ProTools. Tuttavia i dubbi restano. “Messo sopra a questa musica, il flusso di parole in lingua italiana di Damiano David suona cazzuto in modo sensuale. Sono belli come top model, sarebbero facilmente finiti sulla copertina del NME nel 2003, e saranno un corroborante shot di Jägermaister in mezzo al prosecco della serata”. Tralasciando la differenza tra un vino e un amaro in Inghilterra li vedono così. Non male la recensione.

Scrive Rolling Stone Italia: “La presenza scenica sexy e ambigua che tanto fastidio ha provocato a certi appassionati rock italiani non sembra impensierire i commentatori e i fan stranieri. Anzi, è considerata un plus”.

Il sito di Variety, ha definito i Maneskin “Italian heavy metal band”. All’interno dell’articolo il gruppo romano è definito glam rock. La loro performance all’Eurovision è stata “più accessibile di quella dei finlandesi Blind Channel, l’altro gruppo metal che partecipava” all’Eurovision”.

Dopo Little Steven che, chiamato in causa in quanto americano, ha definito Zitti e buoni “, “Not bad”, Simon Le Bon dei Duran Duran, aveva twittato, come riportano parecchi giornali: “Ci piace un sacco di roba italiana e questa è perfetta per l’Eurovision”

È stato poi il turno di Alex Kapranos dei Franz Ferdinand che ha espresso parole d’oro: «È stata una grande performance. Piena di vita e spirito». La band romana ha risposto che «è un onore» e che effettivamente i Franz Ferdinand sono fonte di ispirazione (circolano video di Take Me Out rifatta dai romani).

Morale della favola. Questo è quello che passa il convento, cari rockers, certo non sono i Van Halen ma sempre meglio di altra robaccia, considerata manifesto italiano nel mondo.

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