Una bicicletta da corsa. Non da passeggio, non una di quelle con i parafanghi e il manubrio a farfalla, magari con i pararaggi che un tempo si usavano per donne che pedalavano con la gonna. No, proprio una bici da corsa, con il suo bel manubrio ricurvo, il cambio e tutto il resto, è ciò che a Palma di Maiorca trovi stampato sulle magliette in vendita dappertutto, nei negozi di souvenir. Sanno che, con buona probabilità, nel negozio entrerà un turista che si identificherà in quel mezzo che è la ragione della sua presenza nell’isola maggiore delle Baleari. Una presenza che comincia in inverno, esplode in primavera e scema con l’arrivo dell’estate quando l’attrazione principale diventa la spiaggia. Magari per tornare a ottobre e novembre.

I tornanti verso Caller: la vecchia strada, sostituita da un tunnel è diventata regno dei clclisti (foto c.a.m.)
I tornanti verso Caller: la vecchia strada, sostituita da un tunnel è diventata regno dei clclisti (foto c.a.m.)
I tornanti verso Caller: la vecchia strada, sostituita da un tunnel è diventata regno dei clclisti (foto c.a.m.)

Offerta ricca

A Maiorca il turismo davvero non conosce stagione e la bicicletta è stato il veicolo per allungarla. Lo vedi subito quando atterri al monumentale Aeropuerto Internacional de Son Sant Joan di Palma. I ciclisti di ogni età, il volto scavato, lo sguardo luminoso, la pancia piatta, li riconosci anche prima di notare la classica valigia fuori misura, rigida o morbida, che custodisce la bici. Anche perché non tutti la portano, evitando di buon grado la fatica e rischi dell’imballaggio e del trasporto. In fondo non ce n’è bisogno: il noleggio della bici è una delle attività più fiorenti nell’ultimo quarto di secolo e copre tutte le fasce di ciclisti. Da coloro che vogliono soltanto farsi un giro sulla fitta rete ciclabile di Palma e si accontentano di una buona city bike, a chi arriva alla Baleari per trovare un clima meno rigido per allenarsi su strada e ha esigenze tecniche più specifiche. Che sia un globero (un ciclista della domenica) o un profesional, ciò che desidera è trovare un luogo dove poter pedalare su strade belle, panoramiche, dall’altimetria varia, con traffico tollerabile (e tollerante), percorsi segnati e temperature sopportabili. E a Maiorca tutto questo c’è.

La cattedrale di Palma vista dalla pista ciclabile che corre sul lungomare (foto c.a.m.)
La cattedrale di Palma vista dalla pista ciclabile che corre sul lungomare (foto c.a.m.)
La cattedrale di Palma vista dalla pista ciclabile che corre sul lungomare (foto c.a.m.)

Un paradiso

Perciò, già a febbraio, soprattutto il traffico ciclistico sulla direttrice sudovest-nordovest, cioè quella che unisce Palma ad Alcudia, è vivace. Con i suoi poco più di 3600 chilometri quadrati, Maiorca garantisce percorsi a sufficienza per non annoiarsi mai, magari con luoghi iconici come la salita di Sa Calobra, che parte da una caletta dove un vecchio hotel non chiude mai anche se il barista ammette che, “da marzo a maggio è un continuo viavai di ciclisti”. Puoi essere un professionista che macina 200 km al giorno e fare una settimana senza mai ripetere lo stesso giro. Le strade sono per lo più a due corsie e poco trafficate ma accanto alle arterie principali (le autovie, che sono le nostre superstrade), dove la presenza di auto e camion è massiccia, c’è spesso una strada secondaria, che qui si chiama camì de servei, dove le biciclette posso viaggiare tranquille. Cartelli invitano a non camminare paralleli (cosa non sempre facile data la presenza di gruppi anche numerosi), ma il rispetto da parte degli automobilisti è decisamente elevato. “Per molti questo è un paradiso, ma non per me che ci vivo e penso che ci potrebbe essere anche più rispetto”, dice Rolando Villa Gomez, 46 anni, la metà dei quali passati da Sport Bequi, una piccola catena di negozi che affittano bici e vendono tutto per il ciclista, che ammette: “Della Sardegna non so molto. Qualcuno mi ha raccontato di esserci stato e mi ha detto che è bello. Il vantaggio che ha Maiorca è nelle connessioni aeree con l’Europa. È molto facile comprare un biglietto da un giorno all’altro e arrivare. E poi qui trovi subito il taxi e gli autobus degli operatori turistici sono attrezzati per il trasporto della bicicletta”.

Un mirador affacciato su uno scorcio della Serra de Tramuntana (foto c.a.m.)
Un mirador affacciato su uno scorcio della Serra de Tramuntana (foto c.a.m.)
Un mirador affacciato su uno scorcio della Serra de Tramuntana (foto c.a.m.)

La stagione

Un’Isola bike friendly che non si è improvvisata: “Il boom è iniziato una quindicina di anni fa ma c’era già tanto sin dagli anni Novanta e all’inizio dei Duemila. Però poi è aumentato molto. Ci sono più negozi legati alla bicicletta ma soprattutto molti più tour operator che portano gente”, spiega Rolando, nel cui negozio dominano i marchi italiani, retaggio di una tradizione gloriosa. Un buon modo per destagionalizzare (termine sin troppo ascoltato), soprattutto in inverno e primavera: “La stagione cicloturistica va da metà febbraio a metà maggio. Certo, c’è sempre qualcosa durante tutto l’anno, ma la stagione vera è quella è ultimamente si sta concentrando molto in aprile. Dipende anche da come sono posizionate le feste, dalle vacanze dei bambini”, prosegue. “La presenza maggiore è quella tedesca, quasi il cinquanta per cento, ma anche molti inglesi, belgi e olandesi. I russi hanno avuto un loro momento, ora cominciano ad arrivare i cechi e gli scandinavi. C’è un flusso che spesso segue il riferimento agli idoli ciclisti. Abbiamo avuto un picco di britannici, perché dopo ciò che ha fatto Sky il ciclismo in Inghilterra si è promosso molto e arrivano molti più inglesi e preparati meglio. E così altri paesi”.

Rolando Villa Gomez, uno dei tanti operatori della filiera del cicloturismo maiorchino, nel suo negozio (foto c.a.m.)
Rolando Villa Gomez, uno dei tanti operatori della filiera del cicloturismo maiorchino, nel suo negozio (foto c.a.m.)
Rolando Villa Gomez, uno dei tanti operatori della filiera del cicloturismo maiorchino, nel suo negozio (foto c.a.m.)

Il traino del professionismo

Il legame tra il ciclismo professionistico e il turismo legato alla bici è intimo a Maiorca, dove a febbraio si organizzano alcune corse di inizio stagione, in po’ come avveniva con il Giro di Sardegna sino ai primi anni Ottanta: “Le corse professionistiche ci hanno aiutato molto, soprattutto se, come quest’anno, ha la diretta televisiva. Se piattaforme come Eurosport te lo trasmettono in tutta Europa è una promozione molto importante per noi”. E chi arriva per sentirsi come un professionista in ritiro, capisce subito si essere un ospite gradito. Anche da una semplice t-shirt da comprare come souvenir.

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