Carte di credito indispensabili nei viaggi, ma attenzione alle commissione per il cambio
Chi si reca in uno Stato al di fuori dell’area euro potrebbe avere brutte sorprese dagli istituti bancari che emettono le card. I consigli di segugio.it per non farsi alleggerire troppo le taschePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Quanto costa pagare? Sarà paradossale ma lo facciamo, quando ciò che acquistiamo ci richiede di sborsare non euro, bensì un’altra valuta evidentemente straniera. Le transazioni con le carte di credito, se la valuta non è quella unica dell’Unione europea, ha un costo in più ed è quello per il cambio di moneta, ma a chi utilizza la carta plastificata in un Paese extracomunitario non è ben chiaro quanto in più si deve sborsare. E d’estate, periodo di ferie e dunque di viaggi, non è ozioso chiederselo.
Lo ha fatto – parliamo sempre del chiederselo – segugio.it, che a questo argomento ha dedicato una ricerca alla base di un approfondimento. Partendo da un consiglio: quando si va in un Paese extracomunitario in particolare, ma comunque sempre all’estero, avere con sé almeno una carta di credito è indispensabile. E vale la pena leggere un po’ di consigli per evitare di farsi alleggerire eccessivamente il portafoglio dalle spese di conversione. Paghiamo ad esempio in sterline, o in dollari, e poi nell’estratto conto troviamo il corrispettivo in euro: il cambio più le commissioni, con una “sovrattassa” in più. Quale tasso di cambio valuta ci applica il fornitore delle carte di credito o di debito o prepagata? Una domanda che dobbiamo necessariamente rivolgerci per ogni singola operazione in valuta estera.
Consigli, si diceva: segugio.it ne ha diffusi alcuni, e bisogna dire che sono assai utili. E il primo, ovviamente, è di portarsela – una carta di credito/debito/prepagata – quando si va all’estero. Ad esempio, è praticamente indispensabile anche per noleggiare un’auto, considerato che c’è un deposito non da poco da pagare nel momento in cui il noleggiatore ci consegna le chiavi, ma spesso quel deposito lo chiedono anche gli hotel. Ed è sconsigliabile andare in giro per il mondo con le tasche piene di contanti.
C’è poi l’approfondimento, condotto analizzando le proposte di 23 diversi istituti bancari attivi sul mercato italiano e su 54 carte di pagamento di ogni tipo, per verificare proprio i costi che dobbiamo affrontare per le transazioni che facciamo in valuta diversa dall’euro, dunque al di fuori dell’Unione europea.
Allora, leviamoci il dente: le banche italiane, anzi, le banche attive in Italia applicano una maggiorazione media dell’1,75% dell’importo della transazione, quando ovviamente il pagamento non avviene in euro: d’altra parte, è proprio una commissione per il cambio di valuta. Ma, come si diceva, questa è una media ottenuta considerando tre tipologie di carte: quelle che non ci fanno pagare nulla (quindi, tasso di cambio uguale a zero), quelle che applicano un tasso medio (appunto, l’1,75 per cento) fino al 3 per cento, che corrisponde alla commissione massima. Questa è la maggiorazione al tasso di cambio della valuta.
Se invece vogliamo considerare la questione sulla base del tipo di carta che utilizziamo per i pagamenti non in euro, segugio.it rileva che le prepagate applicano in media una maggiorazione dell1,70 per cento, che sale all’1,72 per cento per le carte di debito e all’1,79 per cento per le carte di credito. Questi erano i valori in vigore in un giorno scelto a caso, il 25 giugno del 2025, confrontando 19 carte di debito, 19 di credito e 16 prepagate.
Abbiamo detto che la maggiorazione media applicata dagli istituti bancari alle nostre transazioni in valuta straniera è dell’1,75 per cento, ma le differenze tra le singole carte possono essere decisamente significative, perfino tra carte di diverso tipo ma dello stesso circuito. Nel campione analizzato da segugio.it ci sono carte che non applicano alcuna maggiorazione per le transazioni in valuta straniera, ma anche quelle che fanno pagare il cambio di valuta con un sovrapprezzo pari al 3 per cento, che non è affatto poco. Una situazione, quella di quest’anno, che di fatto ricalca quella del 2024: il mercato appare essersi stabilizzato, almeno per quanto riguarda i costi per l’utilizzo delle carte in Paesi al di fuori dell’area euro.
Se poi si decide di utilizzare una carta non bancomat – ma abilitata anche al prelievo agli sportelli automatici – per quanto riguarda le maggiorazioni assai spesso sono dolori: la commissione viaggia generalmente fra il 3 e il 4 per cento dell’importo convertito in euro, con tasso già maggiorato. Quindi, tanti soldi.
E allora, quando si va all’estero – è il consiglio di segugio.it sulla base dei risultati della ricerca – la carta di credito è uno strumento irrinunciabile, e non solo per risparmiare. Certo, è opportuno controllare prima della partenza se quella carta sia utilizzabile nel Paese in cui dobbiamo andare, se non è consentito si deve controllare sul proprio internet banking se l’opzione si possa sbloccare, quindi dobbiamo accertarci di avere un plafond sufficiente per affrontare il viaggio ed eventuali spese impreviste, avere con noi una carta di riserva se la principale avesse un problema o comunque procurarsi una carta di credito – se non l’abbiamo – se avremo bisogno di servizi come appunto l’autonoleggio. Per i più tecnologici, il consiglio è registrare la carta di credito nel wallet (significa “portafogli”) digitale dello smartphone: consente di pagare anche senza avere la carta con sé.