«Il nostro sforzo è quello di fare amare la montagna, coltivandone storia e valori. Forse da parte del Cai è un piccolo tassello, con il timbro della concretezza, per invertire quel processo inarrestabile che chiamiamo spopolamento». Parole di Peppino Cicalò, fondatore del Club alpino nuorese, accompagnatore nazionale di escursionismo e direttore dell’unica scuola Cai della Sardegna. Istituita qualche anno fa, la scuola Gennargentu raccoglie appassionati di tutta la storica provincia di Nuoro, dal Marghine alle Baronie, dalla Barbagia all’Ogliastra, ed è punto di riferimento prezioso per la formazione di operatori e appassionati di trekking. Educa alle buone pratiche per avvicinare alla montagna e scoprire i tesori ambientali che custodisce. Propone un percorso formativo articolato, con gradi diversi. C’è anzitutto un corso base, come nei programmi della scuola centrale Cai, a cui fa riferimento la realtà barbaricina: rappresenta un primo approccio per chi in montagna non c’è mai stato oppure ha una scarsa esperienza. Questo livello consente di acquisire conoscenze essenziali e affrontare in modo consapevole vari tipi di percorsi. «Si vogliono offrire le basi per avvicinarsi alla montagna e per condividere i valori del Club alpino», spiegano gli organizzatori.

Cai, formazione sul campo
Cai, formazione sul campo
Cai, formazione sul campo

Le lezioni teoriche spaziano dalla storia del Cai e dai problemi della montagna alle nozioni su equipaggiamento e materiali di base per l’escursionismo, dal movimento e dalla preparazione fisica all’alimentazione adeguata. Il percorso porta alla conoscenza del mondo della montagna, con un riferimento particolare a quella sarda, simboleggiata dal Gennargentu di cui, non a caso, la scuola porta il nome. Un’attenzione è riservata ai fenomeni di antropizzazione, alla lettura del paesaggio, alla presenza della flora e alle specificità della fauna.

Tante lezioni consentono poi le prove sul campo, nella valle di Lanaitho, ai piedi del villaggio di Tiscali, luogo simbolo dell’escursionismo e sito d’incanto ambientale. Qui la didattica diventa più stringente e concreta perché gli allievi si confrontano con abbigliamento e attrezzatura, preparazione dello zaino, alimentazione, tecnica di camminata, gestione delle pause e capacità di leggere gli elementi storici impressi nelle montagne del centro Sardegna. Dovranno imparare anche ad avere uno sguardo speciale verso la cartografia e l’orientamento, come pure sul meteo che va sempre valutato nella preparazione dell’escursione, e anche sulla gestione del rischio, del primo soccorso, dell’utilizzo degli strumenti e delle applicazioni rese disponibili dal Cai centrale come Georesq. La scuola approfondisce anche il rapporto con la struttura diffusa in Sardegna del Soccorso alpino. Diventa occasione per gli allievi di conoscere la realtà della Rete escursionistica di Sardegna (Res). Si tratta di circa tremila chilometri già accatastati e del sentiero Italia Cai che per seicento chilometri degli ottomila complessivi a livello nazionale attraversa l’Isola. Tutto reso possibile dalla legge regionale 16 del 2017 che consente una concreta collaborazione tra il Cai e l’agenzia Forestas.

Scuola Cai, formazione sul campo
Scuola Cai, formazione sul campo
Scuola Cai, formazione sul campo

La scuola Gennargentu muove i suoi passi nel 2018-19 quando alla guida del Cai nuorese c’è Matteo Marteddu. «Abbiamo iniziato quando il Cai di Nuoro comprendeva tutto il centro Sardegna: ora Oristano ha la sua sezione e per l’avvio di quella dell’Ogliastra è arrivato il sì definitivo», spiega Marteddu, adesso componente dei vertici regionali del Club alpino. Una realtà radicata visto che i soci nuoresi sono circa 400, quelli dell’Ogliastra un centinaio e Oristano, che in fase di avvio ne contava una ventina, ora arriva a 260. «La formazione continua – sottolinea Marteddu – serve per la collaborazione con Forestas e ci consente di essere tra le cinque regioni italiane che in maniera diretta possono operare nella Rete escursionistica nazionale». Il Cai guarda ora verso altri traguardi perché all’orizzonte c’è una collaborazione con l’istituto di geografia dell’università di Sassari. «Speriamo di avviare tirocini universitari e anche che il Cai possa entrare negli istituti superiori. Questo accresce le potenzialità della scuola Gennargentu. Speriamo anche di avere presto a Nuoro una sede adeguata», aggiunge Marteddu.

La sezione barbaricina del Club alpino, ora guidata da Tonino Ladu, si fregia di un recente riconoscimento nazionale grazie al premio “Custodi delle terre alte”. L’iniziativa “La montagna che unisce”, nata oltre dieci anni fa da un’idea di Peppino Cicalò, mette assieme quattro Comuni che gravitano attorno al Gennargentu: Fonni, Desulo, Arzana e Villagrande. Comitive in marcia dai quattro versanti con i rispettivi sindaci si ritrovano una volta l’anno sulla vetta di punta Lamarmora. Tra trekking e valorizzazione del territorio, l’evento suscita grande partecipazione e forte entusiasmo. Non solo. Il progetto concorre con successo al concorso nazionale che coinvolge 400 sezioni e 300 sottosezioni Cai: il comitato scientifico del Club alpino lo promuove tra i cinque migliori in gara.

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