Comporto Unico, la Fedir: «Allargare la riforma anche ai dirigenti della sanità»
È la richiesta dal sindacato in una lettera indirizzata ad Alessandra Todde e a Piero ComandiniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
È l’appello lanciato da Fedir, il sindacato con il maggior numero di iscritti tra i dirigenti delle funzioni locali, che in una lettera indirizzata alla presidente della Regione, Alessandra Todde, e al presidente del Consiglio Piero Comandini chiede di estendere anche ai dirigenti sanitari i benefici della nuova legge regionale 28 del 9 ottobre 2025 sul comparto unico.
Fedir, il sindacato dei dirigenti delle funzioni locali, accoglie con favore la legge sul comparto unico, ma chiede un’estensione: «Dentro anche i dirigenti della sanità».
Ecco il testo integrale della lettera:
«Fedir, con la presente, chiede a codeste Autorità Istituzionali di elaborare un apposito atto normativo che comprenda all’interno dell’unico sistema di contrattazione collettiva non solo i dirigenti della Regione e degli Enti locali ma anche quelli dei ruoli Amministrativo, Tecnico e Professionale della Sanità. Il suddetto provvedimento non solo garantirebbe un’equa perequazione del trattamento giuridico ed economico tra i dirigenti appartenenti ai diversi Enti della Sardegna (Regione, Enti Locali e Sanità) ma determinerebbe un sicuro miglioramento del funzionamento della struttura amministrativa regionale nel suo complesso.
Le ragioni che sottendono alla definizione del suddetto comparto unico, comprensivo dei dirigenti delle Regioni, Enti Locali e PTA del SSN, sono molteplici e richiamano a motivazioni di natura giuridica e di equità sociale che vengono di seguito sintetizzate:
- i dirigenti amministrativi tecnici e professionali delle Regioni, degli Enti Locali e della Sanità, a livello nazionale, fanno parte di un unico comparto di Contrattazione (CCNQ) e i relativi rapporti di lavoro sono disciplinati dai medesimi Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL 17.12.2020 e CCNL 16.07.2024);
- i dirigenti amministrativi tecnici e professionali della Sanità svolgono le stesse mansioni e le stesse attività dei colleghi degli Enti Locali: gestione del personale, degli acquisti, del bilancio, funzioni di programmazione e controllo di gestione, servizi tecnici e informatici...;
- le Aziende Sanitarie Sarde sono Enti Strumentali della Regione e pertanto svolgono funzioni demandate dalla medesima. A tale riguardo si citano, in particolare, le importanti funzioni demandate dalla Regione ad Ares Sardegna;
- la Sardegna finanzia interamente, con risorse proprie, il Servizio Sanitario Regionale;
- la Provincia Autonoma Trentino Alto Adige ha già istituito il comparto unico che comprende non solo i dipendenti della Regione e degli Enti Locali ma anche quelli della Sanità.
Un ultimo rilievo. Si coglie l’occasione per sottolineare il fatto che, in Sanità, accanto alla fondamentale attività svolta dal personale sanitario, esiste una non meno importante attività quotidiana da parte del personale amministrativo, tecnico e professionale. Si osserva, altresì, che negli ultimi anni si assista una fuga dalla Sanità non solo da parte del personale sanitario ma anche di quello tecnico/amministrativo.
In questo contesto, la definizione di un comparto unico regionale comprensivo esclusivamente della Regione e degli Enti Locali, e non anche del personale dirigenziale tecnico/amministrativo degli Enti del SSR, determinerebbe un considerevole incremento dei trasferimenti dei dirigenti amministrativi, tecnici e professionali dalla Sanità verso altri Enti, con una conseguente perdita di efficacia del Sistema Sanitario.
(Unioneonline/Fr.Me.)