L’ultimo giro, la danza degli addii. Un passaggio di consegne tra generazioni. La stagione estiva dei live, anche nell’Isola, è stata frenetica: tutto quel che doveva accadere, dopo il lungo periodo di silenzio, è accaduto. Il biennio di emergenza sanitario ha cristallizzato come imperanti tra i giovani le nuove tendenze musicali. Tutto tranne il rock, divenuto roba da vecchi, complice l’età anagrafica dei principali protagonisti. Esclusi Vasco Rossi e Ligabue, che con ogni probabilità festeggeranno gli ‘80 anni il primo a Modena Park il secondo a Campovolo, per alcune storiche band sembrano arrivati i titoli di coda. Samuel, leader dei Subsonica, l’ha detto chiaramente alla vigilia del concerto di  Alghero. “Siamo stati il punto di riferimento per una generazione, ora i ragazzi hanno altri punti di riferimento”. Discorso rimarcato da un concerto zeppo di nostalgia, dedicato ai vent’anni di Amorematico. Un live per ribadire, ce ne fosse bisogno, la nomea di migliore band italiana dal vivo dei ragazzi di Torino. Splendidi over 40 al top della forma. Tuttavia il loro suono e le stempiature tra i ragazzi del pubblico, parlano di un’altra epoca. I ventenni antagonisti molto incazzati sono diventati regolari quasi incravattati per due ore sulla macchina del tempo dell’emotività. E forse anche i fan celebrano i vent’anni che non ci sono più. Tutto passa. Dove c’erano i Massive Attack, i Morcheeba, i Portishead, la drum’n’bass di Goldie, guarda caso la musica pre concerto di Alghero, ora ci sono la trap, l’indie calcuttoso e tommasoparadiso. Depressione? No.

È giusto che ogni generazione abbia i suoi gusti e le sue direttrici. Anche le canzoni parlano di tanto tempo fa. Max Casacci dal palco ricordano il G8, parlando di uno Stato che non vuole prendersi le responsabilità, dedicando ai quei giorni di guerra Sole silenzioso. La politica è sparita dalla scena musicale contemporanea. Shakerando da un brano all’altro prevale il vuoto cosmico, indicato alla voce leggerezza. Poche le eccezioni di rilievo, capaci comunque di elevare l’autore oltre i canoni della hit estiva. I Subsonica riescono a eseguire lo stesso live di 20 anni fa e per farlo hanno portato le stesse canzoni. Nessuna concessione agli effetti speciali, niente schermi ed effetti speciali. Solo musica, groove, l’unicità di un band con un suono, un’identità, una filosofia. Il pubblico è all’unisono, sono arrivati all’anfiteatro Ivan Graziani con i figli nel passeggiano e all’ingresso nessuno controlla nulla. Gente tranquilla, bella serata tra amici. E poi giù Colpo di pistola, Discolabirinto, Io sono il mio dj. E qualche mossa mancina da Microchip emozionale, uno dei migliori dischi di quegli anni. “Non siete riusciti a bissare..Microchip emozionale”. Quella critica che ancora non va giù, tema ricorrente nel panorama musicale italiano, al punto che giù il dottor Rossi parlava di quel tipo che scrive sul giornale.

Come quella dei ragazzacci Litfiba, al tour dell’addio che anche in questo caso ha fatto tappa all’anfiteatro Maria Pia il 13 agosto. Cinquemila persone per salutare la premiata ditta Piero&Ghigo, che accompagnati da una super band hanno dato il meglio. La preda, Eroe nel vento, Apapaia, Istanbul, Vivere il mio tempo. Dall’epopea di 17 Re ad oggi, dopo un divorzio esorcizzato da Elio e le Storie Tese e una reunion prevedibile. I ragazzi hanno detto basta, per non rovinare la leggenda di una band viva. Nessuno vorrebbe vedere Pelù caracollare per il palco, lui che dei frontman è stato maestro di generazioni. “Il mio viaggio è un’indecenza e non finisce qui”, amava ripetere Pelù, morto e risorto più volte, ma con la saggezza di dire basta, a sessanta suonati. Per non diventare la copia sbiadita di El Diablo. Ha fatto inginocchiare il pubblico per salutare chi è sempre andato contro. E ora va in pensione.

Sempre ad Alghero chiuderà la stagione l’undici settembre il live della Bandabardò, una vita sul palco. Un destino crudele ha tagliato un ramo, quello del mitico Erriquez, ma la banda si è rimessa in marcia con l’aiuto di un amico storico, Cisco, lui che con i Modena City Ramblers ha fatto la storia del Combat Folk in Italia.

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