Quando la morte mi chiamerà cantava il poeta. Quale rima avrebbe scelto per descrivere la corsa al post mortem? Non potendo neppure l’IA per il momento scongiurare il grande buio gli esseri umani ricchi si organizzano in prospettiva, ipotizzando che qualcuno tra duecento anni potrebbe aver trovato rimedio all’estremo addio. Una capacità che i vangeli attribuiscono in via esclusiva al più illustre tra gli uomini. È trascorso molto tempo da quando qualcuno ha messo il naso fuori dal suo sepolcro di pietra.

Nei giorni scorsi il Ticino online ha rivelato l’ultima frontiera della millenaria battaglia dell’uomo alla signora con la falce.

Un medico tedesco ha scelto il villaggio svizzero di Rafz per il suo esperimento: creare una start-up che conserva cadaveri a meno 196 gradi. L’obiettivo è chiaro, scongelarli in un non meglio definito futuro. Potreste chiedervi: ma quando dovrebbe accadere questo? E chi dovrebbe decidere? Non essendo il corpo umano la parmigiana per il pranzo con gli ospiti queste sono domande lecite. Ma soprattutto perché?

Quel che salta subito agli occhi è il luogo in cui questo accade, la Svizzera verde, patria del suicidio assistito. Un posto in cui puoi scegliere di morire e oggi contestualmente farti congelare con un etichetta sopra in attesa di non meglio precisati tempi migliori.

La start up tedesca, la Tomorrow Biostasis, con un équipe medica. è pronta per le “operazioni conservative“. In una delle tre ambulanze riconvertite, le persone vengono preparate al sonno freddo, subito dopo la morte. E poi trasferite in un magazzino. A quanto pare ci sarebbero già 400 richieste per la crioconservazione post mortem. In primis per aderire al progetto bisogna iscriversi all’associazione. Solo in questo modo i medici possono subito intervenire in caso di una dipartita improvvisa, come spesso accade. Il prezzo finale dipenderebbe dallo stato di conservazione del corpo e dall’anamnesi.

L’idea è semplice: i clienti di Tomorrow Biostasis sperano che attraverso la preservazione dopo la morte avranno l’opportunità di viaggiare nel futuro ed essere presenti quando le malattie saranno effettivamente curabili. Negli Stati Uniti e in Cina esistono già aziende che conservano le persone nell’azoto liquido a meno 196 gradi. L’azienda è la prima in Europa a offrire questo servizio che promette la criogenizzazione per oltre 100 anni. “Forse ci vorranno 100, 300, 500 anni prima che sia possibile far rivivere, guarire e ringiovanire un organismo umano”», ha detto il fondatore Emil Kendziorra.

I dettagli delle operazioni sembrano arrivare direttamente dalla trama di qualche serie: “eseguiamo compressioni toraciche e somministriamo ossigeno tramite una maschera respiratoria. Non per resuscitare il defunto, ma per rallentare l’incipiente morte cellulare e infine arrestarla completamente con il raffreddamento”. E ancora. “Rimangono esattamente come sono morti. Li raffreddiamo e li portiamo in Svizzera il più rapidamente possibile”,

Il posto scelto per localizzare il magazzino dei morti è Rafz, località con un tasso criminale pari a zero. Quello che forse non hanno considerato i titolari della start up è che tra 300 anni le condizioni geopolitiche potrebbero essere diverse da quelle attuali. La fetta di Svizzera in questione non è sismica, né soggetta a inondazioni. La differenza con la Sardegna salta agli occhi,  a parità di condizioni ambientali qui mettono scorie e pale eoliche, a Rafz corpi congelati.

Parlando prezzi il costo di un congelamento full optional è di 200 mila euro. Tuttavia è messo nero su bianco come non ci sia nessuna garanzia di risveglio. Il sogno dell’immortalità continua ad alimentare la fantasia. Quella dell’anima è affidata a cento religioni, quella del corpo alle nuove tecnologie.

È noto come negli Stati Uniti la società Alcor accoglie le sempre più numerose richieste di persone che sono disposte a farsi ibernare in appositi silos pur di scoprire cosa c’è oltre la morte». Il viaggio è verso l’ignoto e molti passeggeri sono pronti a partire. 

© Riproduzione riservata