15 Aprile 1912. Centonove anni fa il più disastroso naufragio della storia, l'affondamento del Titanic, all'epoca il più grande e lussuoso transatlantico del mondo. Una tragedia indimenticabile e di cui, oltre un secolo dopo, risuona ancora l'eco, tramandandosi ai nostri giorni la sua storia che, dopo cent'anni, si ricorda ancora come "una delle più grandi catastrofi del ventesimo secolo", con i suoi 1.600 e più morti dei 2.223 passeggeri imbarcati. Storia scritta e riscritta, raccontata dai film, resa nota dal celebre Titanic, quante volte l'abbiamo visto e rivisto? La riproposizione sullo schermo, ogni anno ad aprile, del colossal interpretato da Leonardo Di Caprio e Kate Winslet - Jack e Rose, i protagonisti della celebre storia d'amore durata quattro giorni in mezzo all'oceano Atlantico - è una delle tante commemorazioni di quel tragico viaggio inaugurale del Rms Titanic, l'enorme nave britannica di 270 metri progettata per il collegamento settimanale di linea con l'America e garantire il dominio delle rotte oceaniche alla White Star Line. Una pellicola che ha fatto conoscere la vicenda anche ai più giovani, facendo del Titanic un mito che ancora oggi resiste e riesce a far rivivere il clima di un secolo fa, di quell'11 aprile 1912, quando la nave salpa da Southampton per New York (via Cherbourg e Queenstown), sotto la guida del comandante Edward John Smith. Un battesimo immortalato dai flash e seguito passo passo dall'opinione pubblica tramite i giornali di allora, che ne ricostruirono la storia iniziata alla fine del 1908 nel più grande cantiere navale di Belfast, con la costruzione di tre grandi e lussuose navi gemelle, una delle quali era appunto il tristemente famoso Titanic. Un evento mondiale. 

La prua del relitto (foto archivio L'Unione Sarda)
La prua del relitto (foto archivio L'Unione Sarda)
La prua del relitto (foto archivio L'Unione Sarda)

La cronaca dei giornali del 1912 Storica la pagina de "Il Secolo", incorniciata non solo negli annuali della Marina americana. Mercoledì 17 aprile 1912, a 48 ore di distanza, titolava "Il più disastroso naufragio della storia" - 1325 morti. Miliardari e notabili tra le vittime" raccontato già allora con dovizia di particolari: "Uno dei più grandi naufragi che ricordi la storia è avvenuto alle 22.30 di domenica scorsa a 270 miglia dal Capo Race (Terranuova). Come i nostri lettori già sanno il Titanic - il ciclopico liner inglese che, partito da Southampton faceva rotta per Nuova York - è ivi affondato per aver urtato contro un iceberg. Pare purtroppo che il numero delle vittime non sia inferiore a 1500. Almeno finora si sa solamente di 800 superstiti che si troverebbero a bordo del Carpathia. La catastrofe - si legge - avvenne in modo drammatico e probabilmente nessuno si sarebbe salvato se gli apparati radiotelegrafici non avessero lanciato continuamente appelli di soccorso per tutto l'Oceano, richiamando così sul luogo alcune navi che passavano relativamente vicino".

L'immagine-icona del film Titanic (foto archivio L'Unione Sarda)
L'immagine-icona del film Titanic (foto archivio L'Unione Sarda)
L'immagine-icona del film Titanic (foto archivio L'Unione Sarda)

Le condoglianze della monarchia Tragedia che Il Secolo ricostruisce attraverso i suoi fonogrammi che hanno fatto conoscere i primi drammatici dettagli sul magnifico liner scomparso sotto le onde del mare. Da Londra il 16 notte il corrispondente scriveva: "All'ultimo momento si conferma purtroppo la tragica sorte del Titanic. I naufraghi sono 1325. Già da tutte le parti, tanto in Inghilterra quanto in America, cominciano ad affluire ai parenti e agli amici delle vittime telegrammi di condoglianze, tra cui vanno citati per primi quelli di Re Giorgio e della Regina Alessandra". L'ultimo dispaccio racconta che "le navi Parisien, Baltic e Carpathia che ancora stazionavano sul luogo nella speranza di raccogliere qualche naufrago si sono definitivamente allontanate abbandonando la nave completamente sommersa. Le tre navi si dirigono ora verso la Nuova Scozia". È passato appena un giorno dalla catastrofe. Il 16 è un'altra giornata dolorosa e angosciosa: due Nazioni sono in lutto per la tragedia del Gigante, fino a qualche anno prima vantato dalla stampa per il suo splendore senza precedenti e la sua potenza smisurata e che "ora giace in fondo al mare con tremila metri d'acqua sopra di sé". 
La notizia La principesca sede del White Star Line è affollatissima: centinaia e centinaia di persone, familiari e amici dei passeggeri del Titanic accorrono ininterrottamente e disperatamente nella hall della compagnia marittima, gente affranta, di ogni classe sociale, legge le notizie dai telegrammi appesi sul muro della sala d'aspetto e che restituiscono a pochi la speranza di riabbracciare i loro cari. Strazio che avvolge anche il personale della compagnia, cui spetta accogliere l'interminabile processione di "visitatori dolenti". L'ultimo dispaccio narra del salvataggio di 768 persone a bordo del Carpathia, tra cui molte donne e bambini, "ma finora - è il 17 aprile 1912 - si conoscono le generalità solo di 200 salvati". I contatti con l'America non sono facile a causa degli apparecchi di cui dispongono le navi di soccorso, non certo di lunga portata per poter comunicare con tutte le stazioni radiotelegrafiche Usa. 
Lo schianto sull'iceberg Dal tragico racconto degli agenti di Parigi della White Star Line escono altri particolari: l'urto del Titanic col blocco di ghiaccio è avvenuto alle 10.25 di sera (ora di new York), cioè alle 3 del mattino in Italia. La prima notizia del disastro giunge al posto di telegrafia senza fili di Capo Race, con un radiotelegramma che annunciava gravi danni e chiedeva soccorso,mayday raccolto dalle navi più vicine. "Disgraziatamente - raccontano gli agenti francesi - il più vicino di questi piroscafi si trovava a 170 miglia di distanza, filando a 23 miglia all'ora, gli occorrevano sette ore per arrivare. Un'ora dopo la collisione il capitano del Titanic, vedendo che la nave affondava, fece salire le donne e i fanciulli nei canotti di salvataggio". Nei giorni che seguono si tira il bilancio dei numeri: "Le vittime sono 1.683, a bordo delle barche 675 persone, passeggeri e marinai. Erano sul Titanic in 2358, di cui 350 di prima classe, 305 di seconda, 903 di equipaggio. Sembra che i superstiti siano tutti donne e bambini". Il Secolo chiude la pagina del giorno con 1.325 morti e 875 salvati. In quell'epoca sono soprattutto americani a viaggiare ritornando nei loro paesi dopo il soggiorno invernale in Europa o Africa. Ciò spiega l'emozione forte che si provava a New York, la più colpita rispetto a Londra e Parigi. Un capitolo a parte è dedicato alle vittime illustri. Tra i superstiti il presidente della Bankverein svizzera e della Pennsylvania Rayl Road , Bruce Ismay, tra l'altro uno dei proprietari della White Star Line e Alfredo Vanderbill che all'ultimo momento aveva rinunciato al viaggio. Tra le vittime invece il nipote della milionaria dinastia Astor in viaggio di nozze con la giovane moglie ventenne. Matrimonio che fece scalpore per la differenza d'età tra i due e sul quale vennero ricamati una serie di retroscena: il colonnello Astor morì mentre si salvò la sua neomoglie di ritorno dalla luna di miele in Egitto. Ferita profonda, quella del Titanic. Come quella del Moby Prince che, a trent'anni di distanza, resta una ferita aperta nel cuore della Sardegna. Tra dubbi e misteri. 

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