I fuoriclasse sono 8, hanno incamerato il massimo dei voti; sono i vini sardi da altissime vette tra circa 120 eccellenze isolane entrate nella fascia del massimo riconoscimento: la Standing Ovation, della Guida ai migliori vini della Sardegna 2025 di Vinodabere.it curata da Maurizio Valeriani e Antonio Paolini.

Giunta al suo settimo anno, l’opera dedicata alle cantine e alle produzioni vinicole sarde conferma non solo la riuscita della sua missione dando un dettagliato quadro enologico isolano, ricco di informazioni su qualità e caratteristiche dei campioni, ma fornisce anche una vera e propria enomappa geografica affidabile e puntuale sulle produzioni vinicole sarde per esperti, buyer, titolari di enoteche, o semplici appassionati. Lo rivelano i numeri di questa fortunata edizione: oltre 800 vini degustati e analizzati da esperti giudici; 385 sono le etichette delle cantine partecipanti risultate meritevoli di recensione e cioè capaci di centrare un punteggio di oltre 90/100. Non solo. Circa un terzo dei vini recensiti è stato capace di superare il limite dei 98 punti entrando appunto della fascia massima, quella che per i curatori-giudici è stato un vero colpo di fulmine da ovazione ipnotica, e tra queste produzioni ritenute tutte di alta qualità, svettano dunque i magnifici otto con punteggio pieno di 100/100. Un lavoro, quello della Guida 2025, di grande spessore ribadito anche dal numero di visualizzazioni, «anch’esse in vorticosa crescita, a evidenziare che anche per i consumatori e appassionati la credibilità di questo lavoro capillare e coscienzioso – tutte le degustazioni avvengono rigorosamente alla cieca e in panel, con punteggio finale desunto dalla media aritmetica dei giudizi degli assaggiatori/autori – non è minore di quella riconosciutagli dalle aziende partecipanti».

L’ANALISI L’esaustivo itinerario degustativo vinicolo (consultabile online, vinodabere.it/guida-ai-migliori-vini-della-sardegna-2025-di-vinodabere-la-guida-completa/) è suddiviso in 38 sottosezioni «per indagare capillarmente tutte le realtà territoriali ed espressive dell’Isola», spiegano i curatori, Maurizio Valeriani e Antonio Paolini. Al centro della Guida, a cui hanno collaborato Salvatore Del Vasto, Paolo Frugoni, Maurizio Gabriele, Emanuele Giannone, Luca Matarazzo, Daniele Moroni, Gianmarco Nulli Gennari, Pino Perrone, Emanuela Pistoni, Stefano Puhalovich, Franco Santini, Gianni Travaglini, Paolo Valentini, «la voglia di raccontare e far conoscere sempre più realtà vinicole – accendendo riflettori anzitutto su quelle sin qui meno in vista – del “piccolo continente” sardo. E, bisogna dirlo, le scoperte non mancano. Accanto agli affermati “top player” di sempre, sono ogni volta più numerose le realtà in partenza meno celebri capaci di primeggiare e di far centro». Questa la rosa dei superotto con il 100 pieno: Vermentino di Gallura Superiore Antonella Collection 2020 – Pedres; Ruinas del Fondatore 2021 – Depperu; Vermentino di Sardegna Boese Vigna Truvaoese 2023 - Binza ’e su Re; Rosso Kantharu 2020 - Fulghesu Le Vigne; Mandrolisai Azzàra Domos de Pedra 2022 – Fradiles; Mandrolisai S’Òmine Creccherie 2022 - Cantina Pisu Luigi; Cannonau di Sardegna Ghirada Palagorrai 2021 – Mussennore; Cannonau di Sardegna Ghirada Elisi Sa ’e Antoni 2022 - Francesco Cadinu.

Roma, una degustazione dei vini sardi curata da Vinodabere
Roma, una degustazione dei vini sardi curata da Vinodabere
Roma, una degustazione dei vini sardi curata da Vinodabere

I CAMPIONI Dunque un lungo e avvincente percorso di degustazioni e analisi dove il Cannonau vitigno bandiera, si conferma ancora una volta un vino che si esprime attraverso una ricchezza di interpretazioni «di spiccata diversità e di grandissimo interesse a seconda delle zone di nascita e allevamento delle uve: dalla viticoltura di montagna della vocatissima comunità di Mamoiada (ormai quasi 40 i vignaioli che imbottigliano ed etichettano i loro vini) ad aerali altrettanto storici come Oliena con il suo Nepente, Orgosolo, Dorgali con la splendida Valle di Oddoene, ora toponimo utilizzabile in etichetta, l’Ogliastra, la Romangia, e perfino la Gallura, che mostra ultimamente di sapersi districare abilmente anche con le varietà a bacca rossa». Entusiasmanti sorprese dal Mandrolisai, «territorio di grande tradizione enoica (ma fin qui non premiata a sufficienza da fama e fortuna) che con la sua omonima denominazione (la Doc più territoriale della Sardegna con tre vitigni utilizzati in blend Bovale, Cannonau e Monica, raccoglie ormai più di 20 produttori, autori di vini di carattere, personalità e alto rango». Per il Mandrolisai si contano 9 Standing Ovation di cui 3 con il punteggio massimo 100/100. Al Cagnulari sono andate 7 Standing Ovation, e 9 al Carignano del Sulcis, un vitigno valorizzato e promosso oggi dalla Comunità del “Carignano a piede franco”, «a dimostrazione della volontà di unire le forze per il territorio. I tempi sembrano insomma maturi – spiegano ancora gli esperti – per un vero e proprio exploit della Regione. Che noi proviamo ad anticipare e motivare con le recensioni e le valutazioni dei vini presenti in questa edizione della Guida. Con l’auspicio, come sempre, di suscitare ulteriore curiosità, stimoli all’assaggio e – meglio ancora – al tuffo in loco (scrigno inimitabile di bellezze, oltre che di grandi vini) in chi ci legge».

A gennaio a Roma è previsto il terzo appuntamento con i vini sardi della Guida. Masterclass e gran gala a cura dalla squadra di Vinodabere. Un evento che, dopo il successo delle prime due edizioni, richiamerà anche quest’anno un numeroso pubblico di esperti e wine lovers. «Al di là dell’alta affluenza alla manifestazione, caratterizzata peraltro da una quota rilevante di operatori e stampa, ciò che rende felici me e la redazione di Vinodabere, è il fatto che il nostro grande lavoro svolto in questi anni per far conoscere la Sardegna cominci a dare concretamente i suoi frutti», spiega Maurizio Valeriani, direttore della testata Vinodabere, «I partecipanti si trovano di fronte ad una vera e propria scoperta della qualità dei vini dell’Isola, e delle differenze tra le varie sub-regioni e i diversi areali, dove oltretutto la viticoltura ha una storia secolare».

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