Martina ai suoi follower dedica un messaggio malizioso: “Oggi mi sento carina”. Accanto, l'emoticon di un sorriso. Nickname non tracciabile: la chiameremo Martina (nome di fantasia perché chiede l’anonimato). Contattata su Instagram, vive in un piccolo paesino della Sardegna, neanche mille anime. La sua immagine del profilo è “un’esca” per chi cerca contenuti sessuali in rete. La sua prima risposta è un link che rimanda a un canale di Telegram e da qui il passaggio a OnlyFans è immediato. Le va di raccontare la sua storia? Risposta: “Grazie, meglio di no”. Perché no? “La mia famiglia non sa niente”. Allora proviamo con Veronica (anche lei nome di fantasia), che nell’immagine del profilo mostra il lato b. Tra le info sul suo profilo non c’è scritto dove vive: solo un generico “live in Sardegna”. Ma basta scorrere la gallery (su Instagram) per trovare la Sella del Diavolo ogni due per tre. Cagliari, quindi. È una che potrebbe essere la vicina di casa nostra, Veronica. Stessa domanda: è disponibile per un’intervista e raccontare la sua storia? “No grazie, nessuno della mia famiglia sa che ho un profilo su OF”. Allora chiediamo agli esperti: come mai una persona accetta di mostrare la propria intimità sui social ma non il volto sui media? “È l’illusione che la realtà sia distaccata da quella dei social” rispondono. “I social hanno riscritto le regole della comunicazione”. Per completezza, le ragazze di cui parliamo sono vere “reginette” sui social. Lo testimoniano i follower (centinaia di migliaia) che hanno su Instagram e gli abbonamenti su OF. Accanto ai loro video l’approvazione è certificata da migliaia di cuoricini e da commenti di sostegno e gratitudine di questo tenore: “Sei stupenda”, “Sembri disegnata da Dio”, e così via. Insomma, il tenore è questo.

Social e sesso, dunque: quasi un nuovo “quarto potere” a volere esagerare. Ma forse nemmeno pure tanto. È vero, le piattaforme, su tutte OnlyFans sono spesso le prime imputate nel processo dilagante di adolescenti e ventenni. Però sono anche il mezzo d’espressione d’elezione di quasi due generazioni, la porta attraverso cui ragazze e ragazzi, anche giovanissimi, entrano nel mondo e cominciano a costruire il loro microcosmo di amicizie e relazioni. “Sono lo specchio in cui si guardano per ritrovarsi o costruire la propria identità, magari completamente “altra” da quella reale”, dicono ancora gli esperti. E i commenti che seguono, tranne pochi, sono lì a smontare il sogno erotico, ricordando agli utenti che Claudia, per esempio, non esiste. Dal sogno erotico alla delusione digitale il passo sta diventando breve. La bulimia da sesso di social e media si contrappone, come in un paradosso, alla sempre più esibita fuga dal sesso. Chiamatela astinenza, castità o amore platonico, comunque la tendenza è sempre più generalizzata e si incarna nei messaggi che si leggono.

Gli effetti, comunque, sembrano chiari. Il panorama resta decisamente articolato, se non caotico, e infido.

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