Ha collezionato un piccolo record, ma ne avrebbe fatto volentieri a meno. E’ riuscito a suonare in Italia dopo tre tentativi andati a vuoto. Non è stata colpa sua, perchè Eric Clapton, reduce da tre concerti strepitosi nel mini tour italiano con tappe a Bologna e Milano – come tanti altri artisti ha fatto i conti con la pandemia che ha imposto lo stop alla musica dal vivo in tutto il mondo.

I tre show italiani erano stati programmati inizialmente per il 2020, proprio quando nel mondo si diffondeva il coronavirus. I fan che avevano già acquistato i biglietti per i concerti di Bologna e Milano già alla fine del 2019, si sono dovuti rassegnare: niente concerto e soprattutto niente rimborso del biglietto. Tutto rinviato al 2021, quando però la situazione sul fronte del Covid era sempre di emergenza. E anche questa volta niente spettacoli e tante critiche, in particolare per le prese di posizione dell’artista che in diverse circostanze si è schierato con i vaccini. Ha parlato a più riprese di “ipnosi di massa”.

Dopo il secondo rinvio il promoter italiano “D’Alessandro e Galli” ha individuato le nuove date per recuperare gli spettacoli nel mese di maggio. I fan erano pronti a invadere le arene di Bologna e del Forum di Assago per gustare il rock blues di mister Slowhand. Ma pochi giorni prima dell’arrivo in Italia, mentre i tecnici erano impegnati nell’allestimento del palco del palazzetto dello sport di Casalecchio di Reno, il cantante-chitarrista è risultato positivo al Covid. Il tour europeo è stato sospeso immediatamente e sono saltati anche i concerti italiani tra la delusione dei fan e le immancabili polemiche.

Migliaia di appassionati avevano già acquistato biglietti aerei e prenotato gli alberghi a Bologna e Milano. Tutto inutile. Tutto rinviato all’autunno del 2022. Il promoter italiano in seguito ha ufficializzato le tre date: 10 e 11 ottobre alla Unipol Arena di Bologna, il 12 ottobre al Forum di Assago (Milano).

E dopo una lunghissima attesa Eric Clapton è finalmente riuscito ad arrivare in Italia con un tour che ha fatto registrare il tutto esaurito. I tre concerti sono stati aperti da un’altra leggenda del blues, il chitarrista Robben Ford che ha “riscaldato” il pubblico per una quarantina di minuti prima di lasciare il palco a Slowhand.

L’artista inglese si presenta con una band di grandissimi musicisti: Nathan East (basso), Sonny Emory (batteria), Doyle Bramhall (chitarre), Chris Stainton (tastiere), Paul Carrack (organo, tastiere, voce), Katie Kissoon e Sharon White (voce). La scenografia è scarna, essenziale. Non ci sono schermi giganti, niente effetti speciali, sembra di stare in un club accogliente. Ai lati del palco ci sono decine di chitarre (sia di Clapton che di Ford).

Il bluesman britannico alla fine ne utilizzerà soltanto tre: la Fender Stratocaster per quasi tutto il concerto; una Gibson e una Martin durante il set acustico. Cambiano gli attrezzi del mestiere ma non lo stile inconfondibile di Clapton, che regala ai fan novanta minuti di emozioni: un viaggio nello sterminato repertorio di un artista che a 77 anni continua ad essere uno dei più influenti chitarristi in circolazione. Nella sua lunga carriera, iniziata nel 1962, ha sperimentato tanti generi musicali, dal rock psichedelico al blues tradizionale con incursioni nel reggae e nel folk.

L’artista, nato in Gran Bretagna a Ripley il 30 marzo del 1945, ha suonato in diverse formazioni che hanno scritto la storia del rock: The Yardbirds, John Mayall & the Bluesbreakers, Cream, Blind Faith, Delaney & Bonnie, Derek and the Dominos. Ha pubblicato ventitré album in studio, sedici dal vivo e venti raccolte antologiche.

Eric Clapton negli spettacoli di Bologna e Milano ha proposto una scaletta con diciassette canzoni, praticamente tutte le hit: Layla, Tears in heaven, After midnight Wonderful tonight, l’immancabile Cocaine, poi ancora I shot the sheriff e I’m your Hoochie Coochie man, Nobody knows when you’re down and out e tante altre. Tutte bellissime. Forse ancora di più, dopo un’attesa che sembrava non finire mai.

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