Numeri d’eccellenza. Ottocento pazienti non ogliastrini, dal 2022 a oggi, operati nel reparto di Chirurgia dell’ospedale Nostra Signora della Mercede di Lanusei. Non ci sono soltanto le cifre fornite dai vertici della Asl a certificare un’eccellenza della sanità sarda, per altri versi e in altri territori stremata dall’assenza di medici e talvolta da conclamate inefficienze. A raccontarlo sono anche e soprattutto coloro che a Lanusei hanno deciso di farsi curare dall’équipe del primario Gian Pietro Gusai. Affrontando chilometri e altre difficoltà.

Gian Pietro Gusai impegnato in un intervento chirurgico al Nostra Signora della Mercede di Lanusei (foto concessa)
Gian Pietro Gusai impegnato in un intervento chirurgico al Nostra Signora della Mercede di Lanusei (foto concessa)
Gian Pietro Gusai impegnato in un intervento chirurgico al Nostra Signora della Mercede di Lanusei (foto concessa)

«Anch’io sono testimone diretto di una realtà ospedaliera in netta controtendenza rispetto a quanto si sente raccontare del servizio sanitario della Sardegna. Mi riferisco al reparto di chirurgia dell’ospedale di Lanusei diretto dal dottor Gian Pietro Gusai». Il paziente che parla era manager di una importante realtà istituzionale sarda fino a poco tempo fa. Ci metterebbe la faccia e autorizzerebbe la pubblicazione del suo nome e del suo cognome se non fosse che tiene molto alla privacy. Il suo racconto comunque dà la misura del valore degli specialisti che lavorano nella sala operatoria del Nostra Signora della Mercede. «Provengo da una località che dista parecchi chilometri da Lanusei – dice – ma sono stato ben lieto di affrontare un intervento chirurgico addominale in questo piccolo grande centro ospedaliero. Ho trovato un reparto in cui l’altissima professionalità della classe medico-chirurgica si accompagna a una accoglienza e assistenza eccellente per professionalità, calore umano, pulizia e umanità».

I chirurghi sono descritti come autentici stakanovisti. «Il primario – racconta il manager nuorese che si è fatto operare in Ogliastra – inizia le visite dalle 7 del mattino, prosegue prima di pranzo, un piccolo sguardo nel pomeriggio per terminare con la visita serale alle 19. Quattro visite al giorno per ogni paziente. A questo si aggiunge il controllo degli altri medici di turno, infermieri e altro personale».

Gian Pietro Gusai, primario di Chirurgia a Lanusei (foto Ettore Loi)
Gian Pietro Gusai, primario di Chirurgia a Lanusei (foto Ettore Loi)
Gian Pietro Gusai, primario di Chirurgia a Lanusei (foto Ettore Loi)

È il funzionamento dell’intera divisione di Chirurgia a meravigliare i ricoverati. «Non appaia retorico definire questo reparto come “un gioiellino”. Vi trovi la professionalità di un grande reparto e l’accoglienza di una piccola comunità familiare. Trovi pazienti provenienti da diversi territori, non solo ogliastrini, che raccontano di essere arrivati li perché non hanno trovato chi si occupasse di casi così gravi per età avanzata o complicazioni varie che rendevano rischioso l’intervento. Accanto al mio letto un signore affetto da sclerosi multipla, quasi immobile, operato di colecisti a Lanusei dopo mille peripezie per la Sardegna. Pare che il reparto abbia affrontato 600 casi di colecisti dal 2020 ossia 150 l’anno, ossia un intervento ogni tre giorni relativo solo a quella patologia».

La testimonianza del paziente venuto da lontano è corroborata da altri particolari. E si estende al caso di una malata di tumore. «Una paziente oncologica con una importante invalidità addominale ha ritrovato la sua felicità e la sua dignità dopo che, rifiutata da tanti reparti perché oncologica e cardiopatica, è stata operata a Lanusei. Le è stata restituita la dignità di donna», prosegue il testimone, «che passa attraverso la possibilità di riguardarsi allo specchio senza paure, presentarsi in pubblico, indossare un abito femminile. Pare che anche la condizione oncologica sia migliorata per via di questa ritrovata autostima. Tutto questo esiste e ha nomi e cognomi. Chirurgia di Lanusei e Giampietro Gusai». La signora non è sconosciuta al manager venuto da Nuoro per farsi operare a Lanusei. «Questa donna – precisa – è mia mamma. Non è una balla. Nessuno l'ha voluta operare perché oncologica. Aveva una lacerazione della parete addominale che la rendeva invalida oltre che insicura. Pensa vivere con un addome che casca se non sorretto da fasce addominali. Pensate che significa tornare a poter comprare un abito come le altre donne. È rinata e deve la sua felicità al primario Gusai che ha capito la sua necessità di donna e non l'ha declassata a vizio estetico».

L'ingresso del reparto di Chirurgia (foto Ettore Loi)
L'ingresso del reparto di Chirurgia (foto Ettore Loi)
L'ingresso del reparto di Chirurgia (foto Ettore Loi)

Ha deciso di farsi operare a Lanusei anche un’insegnante nuorese in precarie condizioni di salute. «Mia moglie era in lista d’attesa a Nuoro – racconta il marito, noto libero professionista della città – quando abbiamo saputo che a Lanusei l’intervento si poteva fare in tempi più celeri. Conoscendo la professionalità del primario e della sua équipe non abbiamo avuto dubbi. Mia moglie si è fatta operare al Nostra Signora della Mercede, l’intervento è andato benissimo».

Il direttore della Chirurgia del Nostra Signora della Mercede, destinatario di diversi elogi, non li tiene per sé, ma giustamente li estende all’intera équipe, sostiene che il lavoro di squadra e la condivisione sono alla base di ogni risultato. Eccoli dunque i chirurghi: con Gusai lavorano Claudia Burchi, Simona Aresu, Ivo Deiana, Mario Piroddi e Karel Andalia Pérez, di origine cubana, ma ormai ogliastrino d’adozione. «Senza dimenticare – ricorda Gusai – il supporto dei medici in prestazione aggiuntiva che assicurano l’assistenza notturna, degli infermieri e degli Oss, tutti operatori di altissimo livello».

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