Tagliare i consumi di energia e risparmiare sulla bolletta grazie ai bonus edilizi: l’obiettivo finale di quasi tutte le agevolazioni messe in campo dal Governo negli ultimi anni è quello della riqualificazione degli edifici, tema quanto mai attuale in un momento in cui le tariffe hanno hanno ripreso a correre.

Tra gli interventi più indicati c’è la realizzazione di cappotti termici o il rinnovo degli impianti di riscaldamento: i condomìni possono intercettare il Superbonus per miglioramento energetico che fino al 2023 renderà al 110% e proseguirà con percentuali ridotte nel 2024 (70%) e 2025 (65%). Il Parlamento, tra l’altro, ha chiarito che le ultime proroghe riguardano anche i lavori “trainati” nei singoli appartamenti.

È invece iniziata una corsa contro il tempo per le villette (edifici monofamiliari) e per le unità indipendenti inserite in edifici plurifamiliari. Per queste tipologie di immobili il superbonus scade il prossimo 30 giugno, ma ci sarà l’opportunità di arrivare a fine anno solo se entro giugno sarà stato eseguito almeno il 30% dell’intervento complessivo. Oltretutto è in discussione una ulteriore proroga che potrebbe arrivare con la versione definitiva del Def, il Documento di economia e finanza.

Scadenze a parte, resta invariato il cuore del provvedimento: sono considerati interventi “trainanti” quelli legati al miglioramento energetico, come l’isolamento termico o la sostituzione di impianti termici. A questi si possono sommare poi i lavori “trainati”, che vanno dall’installazione di pannelli fotovoltaici alle colonnine di ricarica per le auto elettriche, fino all’abbattimento di barriere architettoniche e ai lavori agevolati dall’ecobonus ordinario, come ad esempio la sostituzione delle finestre con infissi di nuova generazione e più performanti. Tutto questo, ovviamente, a patto che venga migliorata l’efficienza dell’edificio di almeno due classi energetiche.

Ma quanto si può rispariare portando a termine questi lavori? Uno studio dell’Enea ha stimato che con la posa del cappotto termico in un anno si può abbassare la bolletta (elettricità e gas) del 20%, grazie alla minore quantità di combustibile utilizzato per riscaldare gli ambienti in inverno e l’energia in meno per far funzionare il condizionatore d’estate.

È stato confermato per altri tre anni – fino alla fine del 2024 – il bonus ristrutturazioni del 50%, che comprende tutti gli interventi di recupero edilizio, che comunque possono aiutare i padroni degli immobili ad ammodernare gli impianti e risparmiare sui consumi di energia elettrica e gas, scegliendo magari sistemi di gestione “intelligente”, controllabili anche via smartphone.

Isolare le pareti non sempre è sufficiente per ottimizzare l’efficienza energetica di un edificio. Per risparmiare sulla bolletta, uno degli interventi più importanti riguarda gli infissi.

La sostituzione delle finestre consente di avere accesso all’ecobonus, beneficiando di una detrazione fiscale del 50%. Il limite di spesa per l’intervento è fissato a 60.000 euro per ciascuna unità immobiliare se la sostituzione o la modifica (ma non la nuova installazione) degli infissi apporterà un miglioramento delle prestazioni energetiche dell’immobile. Già, ma di quanto si può abbassare la bolletta?

Per avere un’idea del risparmio energetico che si può raggiungere con la sostituzione degli infissi, bisogna fare qualche calcolo. Prendiamo ad esempio una casa di 100 metri quadri, con una superficie complessiva di finestre di 12,5 metri (il minimo per legge) di vecchia generazione, con un solo vetro e una alta trasmittanza (cioè il flusso di calore che passa tra interno e esterno). Con l’installazione di finestre con doppi vetri questo indice più o meno si dimezza, dunque durante l’inverno ci sarà bisogno di meno energia per riscaldare la casa. Il risparmio è di circa 1700 kwh, circa 200 euro all’anno, ma ovviamente questo dato dipende dal tipo di combustibile utilizzato.

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