Ci osservano, a volte ci tormentano, con i loro banner che spuntano all’improvviso durante la navigazione sul web. I cookie fanno parte della nostra quotidianità digitale e – forse ingannati dal nome innocuo – consentiamo a questi piccoli file di spiarci e di raccontare agli altri le nostre abitudini sul web.

Cosa sono? Si tratta di dati memorizzati sul computer e utilizzati per migliorare la navigazione: il loro scambio consente ai siti di riconoscerci e inviare informazioni personalizzate. Grazie ai cookie (dall’inglese: biscotto), ad esempio, non siamo più costretti a registrarci e inserire la password ogni volta che entriamo su una pagina che lo richiede. Ma sono pure in grado di tracciare un nostro profilo “commerciale” e sono alla base delle pubblicità mirate sui social network. In pratica, quando vi chiedete come mai Amazon o altri bazar virtuali vi propongono proprio l’oggetto che stavate cercando, ecco la spiegazione. Glielo hanno suggerito loro, i cookie.

Sono stati creati nel 1994 da Lou Montulli, un dipendente di Netscape, la società americana che tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila aveva creato uno dei browser più diffusi (all’epoca) nel mondo. Vennero ideati per risolvere i problemi riguardanti le limitazioni nell’identificazione dei computer collegati a una pagina web. Senza loro, i siti non possono sapere se due richieste provengono dallo stesso dispositivo: dunque è necessario assegnare alcune “etichette” di riconoscimento.

Nella maggior parte dei casi, i cookie sono utili. Memorizzano i nostri login, i carrelli della spesa, la nostra lingua e la valuta sui siti delle compagnie aeree e tante altre impostazioni personali. È sicuro utilizzarli sui siti affidabili, che in questo modo ti permettono di navigare in modo efficiente e personalizzato.

Quali sono i pericoli? Non sono in grado di danneggiare un computer – come un virus -, ma possono aiutare gli hacker a infiltrarsi e recuperare le informazioni contenute nei cookie.

Ogni volta che entriamo in un sito, ci viene chiesto di accettare i cookie. Cosa succede in questo caso?

Accettandoli è come se permettessimo alla pagina web in cui ci troviamo di “tracciare i nostri clic”. Non accettandoli, invece dovremo reinserire ogni volta le informazioni (log in e password) ogni volta che viene avviato il browser. Insomma: bisogna scegliere tra comodità o privacy.  

Nello specifico, esistono diversi tipi di cookie. Quelli “tecnici”, come ad esempio l’autenticazione sul sito internet. Consentono la raccolta di informazioni, in forma aggregata, sul numero degli utenti e su come questi visitano il sito stesso.

Poi ci sono i cookie di “terze parti”. Consentono di elaborare statistiche sull’utilizzo del sito, per valutare il vostro interesse nei riguardi di alcuni specifici contenuti e servizi. In pratica servono a tracciare la navigazione dell’utente, analizzare il suo comportamento ai fini del marketing e creare profili legati a gusti e abitudini. In questo modo è possibile ad esempio trasmettere messaggi pubblicitari mirati in relazione agli interessi dell’utente ed in linea con le preferenze manifestate durante la navigazione on line.

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