Nell’ultima stagione in Serie B, dopo aver chiuso in modo esemplare la regular season, il suo SudTirol aveva conteso al Bari la finale playoff, facendo tremare il pubblico del San Nicola fino all’ultimo con la sua terribile neopromossa.

Ora qualcosa si deve essere rotto, negli ingranaggi di un ambiente che lui stesso aveva definito “magico”.

Pierpaolo Bisoli non è più l’allenatore del SudTirol. E la notizia del suo esonero ha lasciato tutti sorpresi. Dopo una stagione straordinaria lo scorso anno, culminata nelle semifinali playoff, la squadra di Bolzano non ha raggiunto gli stessi risultati quest'anno, ma era comunque in lizza per raggiungere l'obiettivo della salvezza.

Dopo la sconfitta contro il Como, Bisoli aveva dichiarato che se la società considerava fosse lui il problema, non avrebbe avuto problemi a dimettersi, ma che sapeva di aver dato tutto. Aveva inoltre aggiunto di voler vedere i giocatori dare il massimo per l'intera durata della partita, come avevano fatto nel primo tempo. Le sue parole erano state abbastanza chiare nel sottolineare che alcuni giocatori entrati in campo dalla panchina avrebbero dovuto dare di più. Non si sa a chi si riferisse, ma le parole taglienti dell’ex capitano e allenatore del Cagliari devono aver squarciato in via definitiva qualche situazione interna al club.

Così il direttore sportivo Paolo Bravo ha scelto di esonerare Bisolone in accordo con la società, spiegando che non si trattava di una mossa pianificata (cosa insolita per una società come il SudTirol, nota per la sua programmazione oculata, ossequiosa della politica dei piccoli passi). Durante un incontro per giustificare l’esonero, Bravo ha di fatto confermato che si è verificato un deterioramento dell'alchimia del gruppo e che bisogna riconoscere che al SudTirol non arrivano campioni, ma solo scommesse, a causa dei limiti di bacino e delle risorse finanziarie del club.

Al posto di Bisoli è stato promosso Valente dalla squadra Primavera. Date le circostanze, solo la società e l'allenatore possono sapere con precisione cosa sia successo nei dettagli. Tuttavia, sembra improbabile che si tratti di una decisione improvvisa. Con ogni probabilità il rapporto tra Bisoli e la squadra era già compromesso e l’episodio del post Como ha portato alla rottura definitiva.

Curiosamente, Bisoli è noto per essere un bravo motivatore nelle squadre che allena e nell'ambiente. Non è infatti un caso che la tifoseria organizzata sia in subbuglio e in aperta contestazione della società contro l’esonero. Ma è importante sottolineare che, così come dal curriculum sportivo emerge il valore del del tecnico di Porretta Terme, anche il SudTirol come società ha dimostrato di saper gestire il calcio a certi livelli in modo competente, per essere riuscito a salire fin quasi alla Serie A con una squadra di promesse con pochissimi giocatori di esperienza certificata tra i professionisti. È quindi sorprendente che una situazione del genere si sia verificata in una piazza come quella di Bolzano, dove ora non sono da escludere altri colpi di scena.

È emblematico lo striscione esposto dagli ultras: “Nella nostra storia sei entrato, come un cane sei stato cacciato”. Ma nel calcio si sa da parecchio tempo che la riconoscenza non esiste.

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