Da una parte Silvio Berlusconi nella sua villa Certosa, a Porto Rotondo, che qualche anno più tardi, all’apice del potere berlusconiano, sarebbe diventata la Camp David sarda. Dall’altra Umberto Bossi, ospite in una casa di Vito Gnutti al Pevero, in Costa Smeralda. Intorno una galassia di ministri, viceministri, dirigenti di partito che nel 1994 hanno rubato la scena a star e starlette trasferendo le vicende dei due borghi turistici galluresi dalle pagine di gossip estivo a quella di cronaca politica. Fino ad allora il potere politico aveva frequentato Porto Cervo (e Porto Rotondo) come luogo di vacanza e relax, lontano dai palazzi romani e dalle sue dinamiche ma soprattutto dai fotografi. Così come il potere economico italiano: in Costa Smeralda erano di casa Gianni Agnelli, Carlo De Benedetti (che ha venduto la sua splendida villa sul mare di Romazzino nel 2012), la famiglia Barilla (portorotondini doc), Silvio Berlusconi, Raul Gardini, in prima fila nelle regate dei Maxi Yacht, i Merloni. Tutti a fare vacanze lontano dalle luci della ribalta. Cavaliere compreso che in Gallura era già di casa con diverse ville di famiglia, nelle due capitali galluresi del turismo vip.

Ma è nell’agosto del 1994 che i riflettori della politica si accendono su Porto Rotondo e Porto Cervo e le vacanze dei politici diventano un fatto di cronaca (oltre che di costume). Anche perché in Gallura si discutono le sorti del Paese. O almeno quelle del primo governo Berlusconi. L’alta concentrazione di ministri, del tutto inedita nella Prima Repubblica, è legata alla presenza del premier Silvio Berlusconi alla Certosa, la grande villa di Porto Rotondo che negli anni Duemila ospiterà anche Putin e Toni Blair. Le riunioni (arrivano a Olbia, in quei giorni di fine agosto, i ministri Previti, Biondi e Maroni e il sottosegretario Gianni Letta) si tengono a Porto Rotondo ma una piccola enclave leghista gravita in Costa Smeralda intorno alla casa (in un condominio), del ministro dell’Industria Vito Gnutti e a un residence al Pevero.

Umberto Bossi al Circolo Brigaglia di Olbia (foto Antonio Satta)
Umberto Bossi al Circolo Brigaglia di Olbia (foto Antonio Satta)
Umberto Bossi al Circolo Brigaglia di Olbia (foto Antonio Satta)

SIAMO GENTE DEL POPOLO

Una differenza che il Senatur marcherà parlando con i giornalisti appena sceso dall’aereo: «Non andremo ospiti da Berlusconi, noi siamo gente del popolo. Se vuole sa dove trovarci». Nella villa di Berlusconi andrà per una cena ma è in spiaggia che Bossi conquista il suo spazio nelle cronache dell’estate con la sua divisa d’ordinanza e la pelle scottata dal sole, gli attacchi a Buttiglione e alle grandi famiglie, i dialoghi con decine di bagnanti (molti lombardi) che lo assediano, i tuffi e i giri in gommone con i figli.

Ma al centro dell’attenzione è anche il particolare look di quell’estate: la canottiera bianca che Bossi sfoggia con assoluta nonchalance, insieme a un bermuda, tra le raffinate mise balneari del popolo della Costa Smeralda, emblema della filosofia antisistema (pur dentro il Governo) della Lega Nord di quegli anni. Al look del Senatur e alla sua simbologia è stato anche dedicato un libro, “La canottiera di Bossi” di Marco Belpoliti che analizzando il contrasto con Berlusconi, scrive “l’immagine in canottiera del leader leghista viene trasmessa dai telegiornali con il pieno consenso di Bossi: il messaggio politico che il gesto comunica è esplicito: io sono parte del popolo e la Lega è un movimento popolare. Seduto sulla spiaggia di Porto Cervo, luogo frequentato dai vip, il senatùr in procinto di rompere l’alleanza col miliardario Silvio Berlusconi, si mostra così. Un vero everyman”.

Dopo quell’estate tormentata, il primo governo Berlusconi andò avanti ancora per un autunno per cadere a pochi giorni dal Natale 1994.

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