Gli affitti brevi, cioè quelli entro 30 giorni, in Italia valgono 7,9 miliardi e 54mila posti di lavoro. Al netto di un sommerso ancora molto consistente, anche in Sardegna.

Anche per contrastare il “nero” cambiano le regole che prevedono che tra il primo settembre 2024 il primo gennaio 2025 tutti i proprietari debbano conseguire il Cin, il Codice identificativo nazionale, se vogliono evitare sanzioni da 500 a 10mila euro.

Il Cin è un codice che viene assegnato con una procedura automatizzata dal ministero del Turismo ed è obbligatorio per i titolari o gestori delle strutture turistico-ricettive alberghiere ed extralberghiere e per i locatori di unità immobiliari ad uso abitativo destinate a contratti di locazione per finalità turistiche e i locatori di unità immobiliari ad uso abitativo destinate alle locazioni brevi. Ottenerlo è semplice. Si va all’indirizzo https://bdsr.ministeroturismo.gov.it/ si clicca su ottieni il Cin, si accede con il proprio Spid o con la Cie e si seguono le indicazioni. Una volta ottenuto, il codice deve essere indicato negli annunci e all’esterno dell’immobile che si affitta.

Da mercoledì, come detto, chi sarà sprovvisto di Codice potrà incorrere in una multa tra 800 e 8 mila euro. Non solo: se si possiede il Cin ma non è stato esposto nell’abitazione la sanzione varia tra 500 e 5 mila euro; in caso di mancanza dei dispositivi di sicurezza obbligatori l’ammenda varia tra 600 e 6 mila euro. Inoltre chi affitta oltre quattro immobili senza dichiarare l’attività di tipo imprenditoriale potrebbe pagare una sanzione da 2 mila a 10 mila euro.

Dal 2 novembre sono cambiati anche i requisiti di sicurezza. Tutti gli immobili devono avere in dotazione i rilevatori di gas e di monossido di carbonio e un estintore (ogni 200 metri quadrati) da sistemare in posizioni accessibili e visibili.

Il 2024 ha portato anche un’altra novità importante nel settore: l’addio alle key box, le cassette codificate nelle quali gli host facevano trovare agli affittuari le chiavi dell’immobile. La circolare del ministero dell’Interno ha vietato l’identificazione da remoto degli ospiti con la semplice trasmissione del documento d’identità per via telematica senza identificazione in presenza. Secondo il governo quella procedura non rispettava i requisiti di sicurezza e non preveniva i “rischi per l’ordine e la sicurezza pubblica” legati alla presenza di “persone pericolose o legate a organizzazioni crinali o terroristiche”. Un rischio che oggi appare concreto alla luce – è scritto nella circolare - della “difficile situazione internazionale” ed in vista dei consistenti flussi previsti in occasione del Giubileo 2025.

I gestori, dunque, sono obbligati a identificare gli ospiti.
Lo scorso anno nell’Isola sono state registrate 4.722.000 presenze nelle strutture extra-alberghiere, che rappresentano il 33% del totale.

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