“Mi disegni, per favore, una pecora?”. È così, con una richiesta insolita, che inizia il rapporto tra un pilota di aerei, precipitato nel deserto del Sahara, e un misterioso bambino biondo, proveniente da un pianeta lontano. Sono i personaggi principali de “Il Piccolo Principe”, il capolavoro di Antoine de Saint- Exupéry, che quest’anno compie 80 anni.

Era il 6 aprile 1943 quando lo scrittore pubblicò l’opera prima nella versione inglese e poi in francese (in Italia venne pubblicata da Bompiani sei anni dopo). Da allora è uno dei libri più letti e amati di sempre, circa 20 milioni di testi venduti con circa cinquecento traduzioni. Forse il segreto di tanto successo lo svela la volpe, altro personaggio simbolo. In uno dei passi più commoventi, il piccolo animale insegna al bambino che “si vede solo con il cuore; l’essenziale è invisibile agli occhi”. E con un linguaggio diretto ci riporta alla semplicità dell’infanzia, alla magia degli incontri con chi “addomesticandoti” riesce a cambiarti la vita. Così il Piccolo Principe è capace di parlare a tutti e dare risposte sul mistero dell’amicizia, dell’amore e sull’importanza dei legami. Una fiaba per i lettori più giovani, un’opera che, da adulti, aiuta a rispolverare valori profondi e ci ricorda come diventare “grandi” senza perdere la genuinità della fanciullezza.

L’autore

Antoine de Saint-Exupéry ha una storia avvolta dal mistero. Non godette mai del successo del suo libro più apprezzato perché nel 1943 lasciò New York, dove viveva esule con sua moglie, per tornare a combattere come pilota in Francia. Scomparve il 31 luglio dell’anno successivo mentre era in volo. Né il corpo né l’aereo furono mai ritrovati, negli anni sono state azzardate varie ipotesi ma probabilmente fu abbattuto da un aereo tedesco.

Antoine de Saint- Exupèry al museo di Alghero a lui dedicato (foto Archivio Unione Sarda)
Antoine de Saint- Exupèry al museo di Alghero a lui dedicato (foto Archivio Unione Sarda)
Antoine de Saint- Exupèry al museo di Alghero a lui dedicato (foto Archivio Unione Sarda)

Di fatto questa fine misteriosa lo accomuna al protagonista del suo libro: anche del Piccolo Principe, dopo che viene morso dal serpente, si perdono le tracce. Torna nel suo pianeta, non senza aver consolato l’amico pilota d’aerei: “Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere!”.

La trama è ben nota, tutto si incentra sull’incontro nel deserto tra l’aviatore e il bambino che arriva dal lontano asteroide B-612. Il loro rapporto si consolida, diventa amicizia vera e, pagina dopo pagina, nei racconti del bambino si intrecciano storie e vite diverse, compaiono altri personaggi, ognuno dei quali rappresenta molto più di quel che potrebbe sembrare a una lettura veloce: è metafora di sentimenti ed emozioni. Ognuno dà un messaggio e un insegnamento di vita. Tra gli altri ci sono il vecchio re abituato solo a dare ordini, il vanitoso che aspira a farsi ammirare, l’uomo d’affari che passa i giorni a contare le stelle credendo che siano sue. E ancora il controllore, addetto allo smistamento delle persone, che ammette come gli uomini non siano mai contenti e vorrebbero raggiungere sempre un posto nuovo, ma non sanno neanche loro quale è questo posto. Poi c’è la volpe, immagine dell’amicizia per antonomasia.

Il racconto e l'immagine dell'incontro del Piccolo Principe con la volpe (foto V.Pinna)
Il racconto e l'immagine dell'incontro del Piccolo Principe con la volpe (foto V.Pinna)
Il racconto e l'immagine dell'incontro del Piccolo Principe con la volpe (foto V.Pinna)

“Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”. Infine la rosa, la cosa più preziosa che il Piccolo Principe possiede e infatti la tratta con grande cura e la protegge. Un legame metafora del vero amore.

Dalla prima all’ultima pagina, Antoine de Saint-Exupèry ci fa immergere nell’intimità del sentimento e viene da pensare che, forse, ognuno di noi almeno una volta nella vita è stato il Piccolo Principe. Di certo si tratta di un’opera senza tempo. Le sue frasi più note sono finite nei prodotti di marketing (dalle agende ai diari scolastici, persino su borse, zaini e sneaker), una vera mania per i collezionisti. In Francia una decina di anni fa è stato prodotto un cartone animato, nel 2015 è arrivato un film d’animazione e adesso, in occasione degli 80 anni, è stato organizzato anche un tour teatrale di successo. Mostre e musei in varie parti del mondo fino al Mase, Museo Antoine de Saint-Exupéry di Alghero, l’ultima città che avrebbe visto vivo il grande scrittore prima della scomparsa. Il 10 maggio 1944 l’aviatore arrivò nell’aeroporto militare di Fertilia e per due mesi visse nella Baia di Porto Conte. “Il Mase celebra la vita e le opere dello scrittore-aviatore – si legge sul sito del museo - dedicandogli uno spazio espositivo allestito proprio in quei luoghi tanto cari all’autore de “Il Piccolo Principe”.

Il museo di Alghero (foto archivio Unione Sarda)
Il museo di Alghero (foto archivio Unione Sarda)
Il museo di Alghero (foto archivio Unione Sarda)

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