Energia, il sociologo Migheli: «Rinnovabili, speculazione sui terreni abbandonati»
L’assalto delle rinnovabili avviene in un momento di debolezza della società sarda. Ne è convinto Nicolò Migheli, sociologo, esperto di sviluppo rurale, ospite dell’ultima puntata di Radar, su Videolina.
Secondo Migheli l’abbandono delle campagne ha determinato le condizioni più favorevoli alle società dell’energia. «Nel mondo i suoli fertili diminuiscono ogni anno, per l’inquinamento o i cambiamenti climatici. Un proprietario che in Sardegna si vede offrire il denaro che risolve i problemi della sua famiglia, come fa a dire di no?»
Sulla difesa delle campagne Migheli sottolinea l’importanza del piano paesaggistico "allargato" alle zone interne. «È un problema serio, politico: serve una normativa che definisca gli usi dei terreni agricoli».
Questo non significa chiudere alle rinnovabili. Migheli osserva che «le energie alternative sono nate anche attraverso un meccanismo utopico, quello della cogenerazione. Lo vediamo nelle comunità energetiche, il produttore è anche consumatore. Così ci si oppone ai grandi capitali e alle torri eoliche».
Resta il nodo del futuro: che cosa potrà trattenere i giovani in Sardegna? Secondo Migheli «mancano le condizioni per applicare nell’isola quello che hanno appreso. E chi ha avuto la possibilità di studiare all’estero ci resta, perché si vede riconosciuto».
Migheli lancia l’allarme sull’effetto Trump nelle Università: «Siamo davanti a una concezione neocoloniale. È un attacco al pensiero critico, che ci riguarda direttamente».