Si ferma a Fremantle, in Australia, il sogno di Gaetano Mura di battere il record del mondo di navigazione in solitario e senza assistenza.

Mura aveva dovuto interrompere la navigazione il 31 dicembre scorso dopo 65 giorni, 6 ore e 38 minuti dalla partenza da Gibilterra, a causa di una serie di gravi avarie ai sistemi di bordo che non consentivano più la navigazione.

La speranza era che i problemi potessero essere superabili e che Mura potesse proseguire nella caccia al record se avesse ottenuto l'ok del World Sailing Speed Record Council, l’organismo deputato a omologare i record di velocità, a un record diverso: con assistenza e scalo.

Il via libera è arrivato due giorni fa ma oggi l'esame della situazione ha chiarito che Italia, il Class 40 a bordo del quale il velista di Cala Gonone stava tentando il record, ha bisogno di una lunga permanenza in cantiere. E siccome per il record con assistenza e scalo il cronometro non si ferma, Mura e il suo team hanno deciso di fermarsi e riprovarci un'altra volta.

I PROBLEMI ALLA BARCA - Non si tratta solo di ripristinare il sistema di navigazione satellitare, ma anche e soprattutto di intervenire su parti strutturali per ovviare ai danni causati dall’urto dei timoni contro un oggetto flottante non identificato, avvenuto nella notte del 9 dicembre, da poco superato Capo di Buona Speranza, che dopo una prima riparazione in mare si erano ripresentati.

Infatti, a seguito di un’attenta perizia cantieristica le avarie riscontrate si sono rivelate ben più serie delle stime iniziali, richiedendo l’alaggio e la messa in cantiere della barca.

In particolare si è determinata una delaminazione dello scafo conseguente all’urto subito. Inoltre è necessaria una completa revisione del pilota automatico e del dissalatore, ossia il dispositivo che garantisce la produzione d’acqua dolce per evitare di sovraccaricare la barca con scorte d’acqua potabile che rappresenterebbero di per se un peso eccessivo. Senza il corretto funzionamento di questi due sistemi è impensabile affrontare una navigazione in solitario. 1Off, il Team di Gaetano, non vuole esporre l’ocean racer al rischio di prendere il mare con un’imbarcazione non perfettamente in ordine.

IL PERCORSO RESIDUO - Italia infatti avrebbe dovuto discendere lungo l’Oceano Indiano fino a oltre 48° di latitudine Sud per passare a sud della Nuova Zelanda, e proseguire nel Pacifico scendendo a oltre 55° di latitudine Sud per passare Capo Horn, per poi completare il viaggio risalendo lungo l’Atlantico. La permanenza in cantiere a Perth e il percorso con venti sfavorevoli necessario a riportare Italia in rotta avrebbero fatto slittare il tratto finale in Atlantico in un periodo caratterizzato da forte instabilità e dai primi cicloni tropicali.

Quindi la decisione, sofferta ma unanime, di fermare qui la corsa di Italia, e riprendere il progetto in futuro, in condizioni più favorevoli.

Tentare di abbreviare i tempi di sosta avrebbe significato mettere a repentaglio la sicurezza di imbarcazione e navigatore. 1Off, di comune accordo con Gaetano, ha quindi dovuto prendere la difficile e dolorosa decisione di rinunciare al completamento dell’impresa. Il Team 1Off è solidale con Gaetano Mura, al quale non ha mai fatto mancare il proprio sostegno in un momento di così grande difficoltà. Entrambi sono determinati a guardare alle nuove sfide che li attendono in futuro.

Mentre 1Off sta già provvedendo al rimpatrio dello skipper in Italia, da Cagliari partirà un piccolo gruppo di tecnici che, assieme agli esperti che stanno supportando 1Off a Perth, prepareranno Italia per il rientro a bordo di un cargo.
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