Sa navigare, Gaetano Mura. E infatti il quarantottenne di Gala Gonone ha condotto da solo la sua barca di 12 metri per oltre due mesi tra le peggiori insidie, superando tempeste, freddo polare e incidenti alla barca.

Ma la natura può essere più forte di chiunque e se sei da solo nell'Oceano Indiano e durante l'ennesima furia marina vengono distrutti tutti gli strumenti di bordo che ti consentono di renderti rintracciabile al mondo non c'è più niente da fare.

In un lungo post, scritto con capacità e sensibilità, Gaetano Mura racconta nei dettagli perché ha dovuto rinunciare - per ora - al Solo round globe record, il tentativo di record del mondo in solitario e senza assistenza.

Ecco il suo racconto.

Cinque giorni di navigazione “In direzione ostinata e contraria”: dal freddo antartico verso il nord di un’ estate australiana che oggi segna 38 gradi. Un viaggio nel viaggio i cui giorni ”mancanti” avrei tanto preferito poterveli raccontare in longitudine, anziché nella decrescente latitudine che ha scandito i giorni emotivamente più impegnativi di questa mia straordinaria avventura.

Italia
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CHE COSA E' SUCCESSO

La forte depressione di Natale stava lentamente passando, le condizioni tuttavia erano ancora dure con grossa onda e un vento sostenuto che tornava spesso sui 40 nodi. Subito dietro la depressione si andava formando una situazione meteo piuttosto complicata e particolare di cui miei meteorologi, già da qualche giorno, stavano monitorando l’evoluzione.

Si avvicinano le feste , anche se io e Italia dovremmo attendere per i festeggiamenti perché, proprio nei giorni di Natale, avremmo una nuova depressione da affrontare. Comunque noi, la letterina sotto l'albero, l'abbiamo messa. Speriamo che Babbo Natale oltre che di renne sia munito anche di kitesurf per giungere veloce sin quaggiù. Io e Italia approfittiamo per fare gli auguri a tutti, al mio Team a terra 1OFF, a tutti i collaboratori, a tutti quelli che ci seguono con affetto, agli amici, ai nemici (ai nemici auguri doppi perché se sono tranquilli sono meno pericolosi) e al mondo intero. Gaetano e Italia #gaetanomura #girodelmondo #soloroundthegloberecord #oceano #vela #sailing #barcaavela #sailboat #acqua #vento #onda #meteo #mare #sea #italia #italy #sardegna #sardinia #cagliari #boat @igersbarcavela @igersitalia @igers_sardegna @igers_cagliari @volgoitalia @volgocagliari @instagramsardegna @sardegna.geographic_official @sardegna_reporter @monturaworld @garminmarine_italy @lanuovasardegna @unionesarda.it @antonellafancello @silviascano @sirenejournal

Una foto pubblicata da gaetano mura (@gaetano_mura_navigatore) in data:

Si avvicinano le feste , anche se io e Italia dovremmo attendere per i festeggiamenti perché, proprio nei giorni di Natale, avremmo una nuova depressione da affrontare. Comunque noi, la letterina sotto l'albero, l'abbiamo messa. Speriamo che Babbo Natale oltre che di renne sia munito anche di kitesurf per giungere veloce sin quaggiù. Io e Italia approfittiamo per fare gli auguri a tutti, al mio Team a terra 1OFF, a tutti i collaboratori, a tutti quelli che ci seguono con affetto, agli amici, ai nemici (ai nemici auguri doppi perché se sono tranquilli sono meno pericolosi) e al mondo intero. Gaetano e Italia #gaetanomura #girodelmondo #soloroundthegloberecord #oceano #vela #sailing #barcaavela #sailboat #acqua #vento #onda #meteo #mare #sea #italia #italy #sardegna #sardinia #cagliari #boat @igersbarcavela @igersitalia @igers_sardegna @igers_cagliari @volgoitalia @volgocagliari @instagramsardegna @sardegna.geographic_official @sardegna_reporter @monturaworld @garminmarine_italy @lanuovasardegna @unionesarda.it @antonellafancello @silviascano @sirenejournal

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L’alta pressione formatasi al sud dell’Australia avrebbe cominciato ad aspirare aria verso nord subito dietro il colmarsi della depressione che stavamo subendo. Nell’ ultimo aggiornamento meteo la sentenza non lasciava alternative: mettersi immediatamente di bolina! Per guadagnare acqua verso sud ed evitare di essere letteralmente aspirati verso nord da venti sostenuti, in una trappola dalla quale sarebbe stata ardua impresa liberarsi e guadagnare nuovamente verso est.

L'interno della barca di Mura
L'interno della barca di Mura
L'interno della barca di Mura

Il problema era rappresentato dal fatto che mettersi di bolina (contro vento), con 35/40 nodi e un’ onda ancora seriamente grossa e frangente, è più facile a dirsi che a farsi.

In quel momento faccia alla situazione hai l’impressione che spingere la barra contro non possa che essere un errore. Ho esitato. Alessandro Pezzoli mi scrive ancora, esortandomi a tentare il tentabile per evitare quello che sarà un dazio, certo e pesante, da pagare nel caso contrario.

Ho cazzatto le vele, ho spinto la barra contro il vento e ho cominciato a rimontare quelle colline.

La situazione era ad alta tensione, Italia paurosamente sbandata arrancava sulle creste cascando nel cavo con delle botte impressionanti. Malgrado tutto mi sembrava che si potesse fare. Era già passata un’oretta e stavamo guadagnando, seppur con difficoltà, verso sud. Allontanandoci dalla trappola incombente.

Su certi treni d’onda le botte erano veramente forti in quel disagio generale che solo la bolina col tempo duro può regalare. Tonnellate d’acqua ci passavano letteralmente da parte a parte. Era già notte e stavo spesso in pozzetto in cerata, bello fradicio ad osservare attentamente il comportamento di Italia in quella condizione forzata e cercare di intuire nel buio l’altezza delle onde.

Pieno di orgoglio per la mia barca, anche in quella condizione stava dimostrando di che pasta è fatta, ero appena sceso dabbasso, mantenendomi saldamente con attenzione ad ogni passo sulla barca imbizzarrita, per inviare un messaggio ad Andrea Boscolo e metterlo al corrente della decisione che probabilmente aveva già compreso dalla nostra traccia sul tracking.

In quel momento è arrivata a bordo una cannonata. Italia è cascata nel vuoto con un rumore di legno spezzato, si è inclinata sul fianco e l’onda frangente ci ha sommersi riuscendo, per la pressione, ad infilarsi ovunque.

Black out.

Gli strumenti si sono spenti, l’antenna satellitare è andata fuori uso, la centralina del vento ha iniziato a dare cifre improbabili, il pilota automatico di conseguenza. Niente più mail, niente più telefono e grosse anomalie all’impianto elettrico in generale. Con un satellitare Iridium portatile di emergenza riesco, con grande difficoltà, e solo all’esterno, con l’antenna verso il cielo, a comunicare al mio team a terra che ho subito un’avaria e faccio rotta verso nord. Il porto più vicino è quello australiano di Fremantle a 4/5 giorni di navigazione dal punto in cui mi trovo.

Nel frattempo smette di funzionare anche il dissalatore, probabilmente per le stesse ragioni dovute alle anomalie elettriche. Per fortuna ho l’acqua di emergenza e da lì attingerò sino al mio arrivo in porto, l’ultimo giorno dell’anno. Dulcis in fundo, nei giorni successivi, le riparazioni dei timoni iniziano a dare cenni di cedimento a causa dei ripetuti sforzi.

LA PROVA PIU' IMPEGNATIVA

“Sono state giornate furibonde, senza atti d’amore, senza calma di vento, solo passaggi e passaggi, passaggi di tempo… Che bell’inganno sei anima mia e che grande questo tempo che solitudine che bella compagnia”. Questi versi del grande De Andrè mi aiutano a descrivere quella che è stata la prova più impegnativa di questo viaggio: accettare ciò che la vita prende e da. Sono passato per tutti i sentimenti tra quelle fragilità umane che hanno una teoria impeccabile e una pratica che vacilla. Un tempo lungo, isolato e in solitudine, in direzione opposta alla destinazione tanto voluta.

Una bella prova, in ogni caso, che ha offerto paradossalmente molti punti interessanti su una più approfondita conoscenza personale ed il tempo, tanto tempo, per riflettere. In questo crudele sport meccanico ci sono una miriade di fattori incontrollabili, non dipendenti dal proprio operato, altresì pensare di avere il controllo su ciò che non è da noi controllabile, come tanti eventi della vita, è una errata forma di onnipotenza. Eppure quando arriva, resta umanamente un duro mattone da digerire e necessita del suo tempo.

L’arrivo a Fremantle a fare lo slalom tra isole, secche, cavi galleggianti, delle nasse ad aragoste dei pescatori, navi alla fonda, bassi fondali all’ingresso di un porto con un’imboccatura strettissima, in solitario e con 30 nodi di vento varrebbe un capitolo a se che vi risparmio per la gioia di essere felicemente a buon porto, barca e uomo ormeggiati in un pontile.

L'arrivo di Gaetano Mura a Fremantle
L'arrivo di Gaetano Mura a Fremantle
L'arrivo di Gaetano Mura a Fremantle

Dopo 65 giorni in solitario le prime facce che desidereresti incontrare per condividere un momento molto intimo ed emozionale vorresti che fossero perlomeno familiari. Ma tra controlli doganali e pratiche burocratiche, oltre un simpatico comitato di accoglienza tra cui il console italiano e qualche giornalista, ho avuto anche il mio regalo per l’ultimo dell’anno: Angelo Loi, un caro amico di infanzia gononese scienziato/agronomo, e sua moglie Donatella che vivono da più di 20 anni qui a Perth. Sono arrivati a prelevarmi e regalarmi un’ospitalità regale e un fine anno in buona compagnia. Mi sento bene, fisicamente in forma e con la lucidità per prendere decisioni ponderate e il più possibile libere da influenze emotive.

Come sempre dev’essere e per amore di ciò che si fa, il tempo per un po’ di sconforto è concesso soltanto se è molto breve, poi le energie vanno messe in avanti anziché sprecarle per guardarsi dietro.

Passata dunque la burrasca, anche interiore, che ha comunque beneficiato di un tempo speciale e privilegiato di riflessione, ci siamo rimessi subito all’opera per non lasciare niente di intentato. La situazione va affrontata con la consapevolezza delle difficoltà inevitabili dovendo collaborare col mio team che si trova all’altro capo del mondo e con riparazioni importanti che vanno affrontate in tempi ragionevoli e che siano in grado di garantire standard di sicurezza accettabili in funzione della navigazione ancora lunga fino a casa. Un altro ostacolo è quello di trovarci in un periodo simile al nostro Ferragosto, piene vacanze estive. Tuttavia, pur trovandomi qua da solo per le difficoltà di essere raggiunto in loco dal team, a causa della grande distanza, sono fiducioso della loro capacità di coordinare da lontano un’operazione certamente complessa, ma non impossibile. Sondando tutte le possibilità del caso.
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