Camici bianchi, bandiere al vento, fischietti e rabbia stampata sul volto. Stamattina a Cagliari più di 500 farmacisti provenienti da tutta la Sardegna si sono dati appuntamento sotto il palazzo del Consiglio regionale per far sentire la propria voce.

Un grido di dignità contro la decisione di Federfarma di interrompere, in modo unilaterale, le trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro.

Il corteo, colorato ma determinato, è solo la prima tappa di una mobilitazione destinata a crescere: altre giornate di sciopero sono previste nelle prossime settimane in tutta Italia, fino a una protesta nazionale unitaria.

A guidare la mobilitazione i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, che parlano apertamente di “arroganza” e “irresponsabilità” da parte della controparte datoriale.

La protesta a Cagliari dei farmacisti sardi (15 -10 - 2025 Fr.Me.)
La protesta a Cagliari dei farmacisti sardi (15 -10 - 2025 Fr.Me.)
La protesta a Cagliari dei farmacisti sardi (15 -10 - 2025 Fr.Me.)

«I lavoratori e le lavoratrici che ogni giorno garantiscono un servizio essenziale non possono essere trattati come numeri – denunciano i segretari regionali Nella Milazzo, Monica Porcedda e Cristiano Ardau –. Le farmacie sono diventate un punto di riferimento sanitario, ma chi ci lavora dentro continua a essere ignorato».

Il contratto collettivo è scaduto da oltre un anno, e in Sardegna più di 2.000 farmacisti collaboratori aspettano un rinnovo che sembra sempre più lontano. Eppure le loro mansioni si sono moltiplicate, specie dopo la riforma sanitaria che ha ampliato il ruolo delle farmacie territoriali. Oggi, oltre a dispensare medicinali, i farmacisti somministrano vaccini, effettuano tamponi, svolgono esami di prima istanza, si occupano di farmacovigilanza e offrono consulenze a una popolazione sempre più fragile.

La protesta a Cagliari dei farmacisti sardi (15 -10 - 2025 Fr.Me.)
La protesta a Cagliari dei farmacisti sardi (15 -10 - 2025 Fr.Me.)
La protesta a Cagliari dei farmacisti sardi (15 -10 - 2025 Fr.Me.)

Eppure, a fronte di questa evoluzione professionale, le condizioni contrattuali restano ferme al palo. L’ultimo colpo di scena risale al 9 ottobre, quando Federfarma – dopo aver lasciato intendere un’apertura – ha fatto marcia indietro, ritirandosi dal tavolo delle trattative.

«Non chiediamo la luna – ribadiscono i sindacalisti –. Un aumento di 180 euro sarebbe il minimo per riconoscere il valore del lavoro di farmaciste e farmacisti. Negarlo equivale a sminuire competenze e responsabilità che ogni giorno garantiscono la salute dei cittadini».

La protesta a Cagliari dei farmacisti sardi (15 -10 - 2025 Fr.Me.)
La protesta a Cagliari dei farmacisti sardi (15 -10 - 2025 Fr.Me.)
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E poi i rappresentanti sindacali lanciano l’allarme anche sul futuro del settore: la professione sta perdendo attrattiva, sempre meno giovani scelgono di intraprendere questo percorso, complici retribuzioni basse e prospettive incerte.

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«Se non si rinnova il contratto e non si valorizza chi lavora nelle farmacie, il rischio è quello di svuotare il settore, già in affanno – concludono Milazzo, Porcedda e Ardau –. Non possiamo permettercelo: è in gioco la tenuta stessa del sistema sanitario di prossimità». 

«Non è solo una vostra vertenza, non è soltanto la richiesta di riconoscimento di una categoria che svolge un'attività importantissima per la Sardegna e per tutto il Paese, con professionalità, competenza e anni di studio, ma è anche la nostra vertenza». A dirlo è il presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, che ha ricevuto, insieme alla presidente della commissione Salute, Carla Fundoni, e i capigruppo di maggioranza e minoranza, una delegazione dei rappresentanti sindacali dei farmacisti.

«Metteremo in campo – ha detto Comandini, anche a nome dei capigruppo – tutto quello che è possibile per sostenere la vostra vertenza anche con Federfarma».  D’accordo anche la presidente Fundoni, che ha annunciato che, come commissione Salute, chiederà l’incremento delle risorse necessarie per sostenere «le farmacie che sono, spesso, presidi salvavita».

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