Fuori dalle righe, Novak Djiokovic sta uccidendo il tennis contemporaneo e la stagione che sta prendendo il via con la prima tappa del Grande Slam, gli Australian Open dei Melbourne, minaccia di essere noiosa come il 2015.

Nole sembra che non abbia punti deboli né rivali e sta abituando tutti gli appassionati a vederlo scendere in campo con un alone di invincibilità capace di togliere interesse al grande circo con la racchetta.

Alla fine diventa quasi stucchevole il giochino di cercare di individuare chi possa battere quello che è stato fotografato da una frase del coach Nick Bollettieri: il tennista perfetto.

Murray, il numero due al mondo? Sono quasi coetanei lui e Nole, è ormai lo scozzese ha quasi un complesso di inferiorità. Gioca quasi allo stesso modo, ma a livello inferiore: serve peggio, gioca meno bene il rovescio (il colpo migliore di entrambi), lo stesso accade per il diritto e gli manca la convinzione per attaccare il rivale andando spesso a rete.

Federer? Lo svizzero che gioca come un manuale del tennis magari ci crede ancora, nelle sfide al meglio dei tre set forse ha ancora qualche chanche come ha dimostrato lo scorso anno, ma sulla distanza del Grande slam paga una condizione fisica che peggiora nel corso del torneo inevitabilmente vista l'anagrafe.

Wawrinka gli ha inflitto le ultime due sconfitte pesanti nei tornei del Grande slam, compresa la finale di Parigi 2015 che ha evitato l'ein plein del serbo nel 2015. Servizio , diritto e rovescio al fulmicotone, forse è l'unico che nella sfida secca con Nole può fargli male.

Questo perché Nadal sarà anche in crescita di condizione ma appare il lontano parente del tennista che spodestò Federer dal trono mondiale e al limite contro Nole ha più possibilità sulla terra parigina, non sul cemento australiano.

Senza crederci più di tanto si può dare un minimo di credito a Raonic e a Kyrgios, perché servizio e diritto devastanti - se non si inceppano - possono qualsiasi miracolo. Anche se Nole di questi tempi sembra avere un unico avversario: se stesso. Come tutti quelli che nella recente storia del tennis hanno annoiato con la loro indiscussa superiorità.

Paolo Carta
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