Il cannibale ha sbranato anche il quasi gemello. Dijokovic stravince anche gli Australian Open, domina tre set a zero (6-3 7-5 7-6 in due ore e 43 minuti) lo scozzese Andy Murray, consolida il primato mondiale ma soprattutto per l’ennesima volta a Melbourne ha dato la sensazione di essere troppo superiore al resto del mondo.

Il serbo ha saputo elevare il livello del suo gioco nei momenti più importanti non solo del torneo ma anche sei singoli match.

Ha perso due set contro il francese Simon, per esempio, ma nella prima settimana, quasi volesse conservare il meglio del suo tennis per le fasi cruciali, come poi è affettivamente successo.

Per esempio, parole sue, contro Federer in semifinale ha giocato a un livello forse mai raggiunto in passato.

E anche ieri, contro il suo alter ego scozzese, il giocatore a lui più simile per caratteristiche tecniche (un enorme incontrista, solidissimo da fondo), negli unici momenti di difficoltà, nel secondo e nel terzo set, ha inserito il pilota automatico: palle profondissime, velocissime e senza sbagliare mai.

Invincibile. E non si vede all’orizzonte chi possa battere Nole Djiokovic. Sarà l’anno buono per il Grande Slam del serbo?
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