Gaetano Mura: "Ora vado a casa poi ritenterò il giro del mondo in solitario"
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La rabbia c'è stata, e pure grossa. Ma Gaetano Mura è uomo di mare, prima ancora che di mondo. Sa che nella vela, in quella oceanica soprattutto, i calcoli contano poco. O meglio, soccombono di fronte all'imprevedibile forza della natura, di quell'onda o bomba di vento che può affondare il lavoro di mesi e il sogno di anni.
Lo sapeva già prima, quando solcava l'Atlantico col Mini e per la prima volta con un Class 40. Ne è ancora più consapevole ora, che ha sulle spalle sessantaquattro nuovi giorni di navigazione in solitario, circa la metà del Solo Round the Globe Record. Il tentativo di giro del mondo con record appunto, che si è interrotto in via definitiva due giorni fa, una volta appurato che sarebbe occorso troppo tempo, per rimediare ai danni subìti a bordo. Eppure, mentre dall'altro capo del telefono e del mondo si stende la notte australiana, la voce che accoglie non è cupa come farebbe temere l'impresa della vita, finita prima del tempo.
Ha già smaltito la delusione?
«Sembrerà assurdo, ma il mio stato d'animo è ottimo. La rabbia iniziale, è umano che ci sia. Ma ho avuto il tempo di riflettere, di prenderla come esperienza forte e impegnativa, con i rischi e i limiti che conoscevo molto bene, ancora prima di salpare. Nella vela, come nell'automobilismo o motociclismo, è normale tenere in conto imprevisti, difficoltà, fallimenti. In mare non sei solo, c'è una miriade di fattori incontrollabili. La barca era perfetta, il team di 1 Off ha lavorato bene, io ho fatto quanto un marinaio deve fare e ho la coscienza a posto. Non è possibile avere il controllo su tutto. Sono dispiaciuto, ma sereno».
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