"Non so se sarà la fine del calcio, di sicuro sarebbe la fine del calcio che mi ha fatto innamorare e decidere di fare pazzie".

Tommaso Giulini interviene sulla Superlega che sta terremotando il calcio europeo. E il suo parere, come ci si poteva attendere, non è favorevole.

"Non ci sono tifosi unti dal Signore, perché tutti sono accomunati da un'unica voglia immensa di sognare".

Il patron rossoblù interviene sul sito del Cagliari Calcio con un lungo post corredato da una foto simbolo, quella di Joao Pedro che consola Kurtic in lacrime al termine di Cagliari-Parma 4-3.

"Il calcio ha significato e continua a significare troppo per me. Dopo un po' ti si mescola tutto nella testa e non riesci a capire se la vita è una me*** perché il Cagliari non sta facendo bene o viceversa. Sono andato a vedere troppe partite, ho speso troppi soldi, mi sono incazzato per il Cagliari quando avrei dovuto farlo per altre cose. Forse è qualcosa che non puoi capire finché non ci sei dentro", scrive.

Fa riferimento proprio a Cagliari-Parma Giulini: "Come fai a capire quando mancano 4 minuti alla fine e perdi 3 a 2 in una partita decisiva e ti guardi intorno e vedi tante facce stravolte, tirate per la paura, la speranza, la tensione. E poi succede qualcosa di magico, il fischio dell'arbitro e tutti che impazziscono".

"Il calcio è questo - continua -, si vince e assai più spesso si perde. Ci sta, ma senza il sogno di ogni singolo tifoso il calcio non ha senso. Non ci sono tifosi unti dal Signore, tutti sono accomunati da un'unica immensa voglia di sognare. Questa Terra fiera e dignitosa mi ha insegnato che non bisogna mai rassegnarsi e bisogna sempre ricominciare a sognare".

Poi l'affondo: "Puoi perdere ma non smettere di sognare fino a che quella palla continua a rotolare. Ora si vuole fermare quella palla e tutti i sogni che si porta dietro. Anche i sogni di chi fa impresa, e non finanza, di chi rischia di suo perché ha la stessa passione di un bambino che vede rotolare quel pallone. Non so se sarà la fine del calcio, di sicuro sarebbe la fine del calcio che mi ha fatto innamorare e decidere di fare pazzie. Quello che mi ha spinto a mettermi in gioco, a vivere momenti belli e meno belli, a soffrire per non riuscire a ripagare il sentimento dei tanti tifosi che sognano insieme a me. Proprio i tifosi, perché se non ci fossero loro a chi fregherebbe del calcio?".

(Unioneonline/L)
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