Ha scatenato un'ondata di polemiche il comunicato della Lega Calcio sulla vendita dei biglietti per la finale di Supercoppa Italiana che Milan e Juventus si contenderanno il 16 gennaio a Jeddah, in Arabia Saudita.

Al "King Abdullah Sports city Stadium" le donne potranno entrare solo accompagnate dagli uomini.

Nello stadio ci sono infatti i settori "singles", riservati ai soli uomini, e quelli "families", misti per uomini e donne, che sono così relegate solo in alcuni settori e devono essere accompagnate dai familiari uomini.

Non è la prima volta che la Supercoppa si disputa in un Paese orientale (due anni fa si giocò a Doha), ma è la prima volta che la Lega Calcio si piega a norme palesemente in contrasto con i valori sportivi. Solo 40 giorni fa in tutti gli stadi della Serie A i giocatori entravano in campo con i volti dipinti di rosso in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Il caso ha finito per mettere d'accordo due personaggi politici agli antipodi come Laura Boldrini e Matteo Salvini.

"Le donne alla Supercoppa Italiana vanno allo stadio solo se accompagnate dagli uomini. Ma stiamo scherzando? I signori del calcio vendano pure i diritti delle partite ma non si permettano di barattare i diritti delle donne", ha dichiarato l'ex presidente della Camera.

"È una tristezza, è una schifezza che le donne possano guardare la partita di Supercoppa solo da spalti separati e accompagnate dagli uomini. Io quella partita non la guardo", le ha fatto eco il ministro dell'Interno.

LA RISPOSTA DELLA LEGA - La Lega Calcio, che celebra la vendita di biglietti che va "a gonfie vele" (50mila tagliandi staccati in poche ore", risponde per bocca del presidente Gaetano Miccichè. "Il calcio fa parte del sistema culturale ed economico italiano e non può avere logiche, soprattutto nelle relazioni internazionali, diverse da quelle del Paese a cui appartiene. L'Arabia Saudita è il maggior partner commerciale italiano in Medio Oriente, e il sistema calcio non può assurgere ad autorità sui temi di politica internazionale, né può fare scelte che non rispettino il sistema Paese", è la sua dichiarazione.

E ancora: "Il calcio non fa politica, ma ha un ruolo sociale, in questo caso di veicolo di unione e comunanza tra popoli che non ha uguali in nessun altro settore". Unione e comunanza che il 16 gennaio escluderanno le donne.

(Unioneonline/L)
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