Le “sliding doors” del calcio: il Cagliari sfiora la rete con Barella e pochi secondi dopo la Fiorentina la trova con Kalinic e vince la partita 1-0. Tutto nel recupero: un pallone fuori di un soffio, uno non trattenuto dal portiere che rotola in fondo alla rete. Al termine di un match piacevole, tattico ed equilibrato, i tre punti li prende la squadra di Paulo Sousa, fischiatissimo per aver tolto l’idolo Bernardeschi e premiato da un risultato che non è rubato. Né, peraltro, lo sarebbe stato se avesse vinto il Cagliari, che ha colpito il palo con Sau all’80’ e creato più di un pericolo alla porta viola.

Per Rastelli è una doccia fredda su un campo storicamente ostile al Cagliari. Aveva disposto in campo una squadra equilibrata, determinata. Le scelte più curiose riguardano i portieri: il rientro di Rafael al posto di Gabriel, messo in panchina in compagnia di Colombo e Crosta. Difesa a quattro con Isla e Murru sugli esterni, poi Miangue perché il Chiesa di oggi era davvero una furia; centrocampo “fisico” con Tachtsidis, Dessena e Ionita, oltre a Barella; pacchetto offensivo con Borriello assistito da Joao Pedro.

Vero è che i rossoblù hanno concesso molte scorribande in area di rigore ai viola, ma Rafael ha corso pochi pericoli e si è sempre fatto trovare pronto, mentre Pisacane si conferma centrale affidabile. La dote migliore della squadra è stata la capacità di tenere sempre in scacco la Fiorentina, che pur tenendo a lungo il possesso di palla non hanno mai avuto la sensazione di essere padroni della partita. Anche perché Borriello (ma anche Dessena) hanno più volte fatto correre i brividi sulla schiena dei fiorentini.

Resta l’epilogo amarissimo, perché arrivato nel tempo di recupero e perché penalizza una prestazione ampiamente positiva del Cagliari. Che, va ricordato, in attesa di Palermo-Roma conserva inalterato il proprio margine sulle squadre pericolanti.

© Riproduzione riservata