Disfatta del Cagliari al Sant'Elia che prende cinque gol dal Napoli senza mai giocare quella che alla vigilia era stata definita "la partita più importante dell'anno.

Il Napoli domina dall'inizio alla fine come dimostrano le 22 conclusioni dei partenopei. Il Cagliari, di contro, resta costantemente nella sua metà campo a subire e ogni volta che tenta di farlo raramente ci riesce per errori nei passaggi in uscita o per l'aggressività degli avversari.

Nonostante queste premesse il Cagliari riesce a mantenere lo zero a zero sino al 36' quando il Napoli, dopo aver sfiorato il gol in almeno due occasioni (l'ultima con un tiro di Hamsik respinto sulla linea da Pisacane) segna con una magia di Mertens che riceve palla di spalle al limite dell'area, si gira e calcia un rasoterra che supera Storari. Ceppitelli, che lo marcava, non riesce ad arginarlo.

E' 1-0.

I partenopei hanno costantemente la palla tra i piedi e il Cagliari è incapace di tessere un'azione di gioco.

Il raddoppio arriva al 44' con Hamsik che riprende la palla dopo un colpo di testa di Insigne respinto da Storari e insacca alle spalle del portiere cagliaritano.

In apertura di ripresa il Napoli resta padrone del campo contro un Cagliari incapace di reagire: il tre a zero arriva con un potente tiro dal limite di Zielinsky che si insacca alla destra di Storari.

Rastelli reagisce tardivamente alla tripla batosta inserendo un acciaccato Farias al posto di un lentissimo Tachtsidis.

Il poker arriva al 24' della ripresa con Mertens che si beve la difesa su assist di Hamsik e supera Storari con un tiro chirurgico.

Tre minuti dopo ecco un altro gol di Mertens che fa tripletta e sigla il 5-0.

Il Cagliari in tutta la partita ha tirato in porta due volte: una nel primo tempo con Padoin, l'altra nel secondo con Farias: in entrambi i casi nessuna particolare apprensione per la porta del Napoli.

Il Cagliari conferma di avere la difesa più battuta del campionato (la peggiore degli ultimi anni in serie A) con 37 gol subiti in 16 partite.

Bella l'immagine di fine partita con il pubblico del Sant'Elia che applaude i calciatori come se avesse capito che contro questo avversario non avrebbe potuto fare di più. Per i tifosi più addentro alle dinamiche dei supporter non si è trattato di una manifestazione d'affetto per la squadra ma di un modo per non dare agli odiati napoletani la soddisfazione di fischiare la loro squadra.
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