Non solo Cagliari. Anche nella Nazionale italiana di calcio Gigi Riva ha lasciato il segno. Ancora oggi è il più grande cannoniere azzurro di tutti i tempi (35 gol in 42 partite, numeri da Haaland, Messi o Cristiano Ronaldo, per intenderci).

Da calciatore è stato protagonista del primo Europeo vinto dagli azzurri nel 1968, e anche dopo aver appeso le scarpette al chiodo si è dedicato alla maglia azzurra. A lungo è stato team manager della Nazionale, con cui ha anche condiviso il trionfo nei Mondiali del 2006.

E tanti ex campioni ed ex ct azzurri non riescono a trattenere le lacrime pensando a lui. 

A partire da Marcello Lippi, ct dell’ultimo trionfo mondiale: «I ragazzi erano affascinati da questa persona, da un personaggio che oltretutto aveva una semplicità e una umiltà incredibili. Era un punto di riferimento per tutti per il suo passato e per come si comportava in quel periodo».

Arrigo Sacchi, al Tg1: «Ho lavorato con lui per cinque anni. Ha lasciato un ricordo vivissimo, c’era da parte di tutti un certo rispetto, la sua presenza era la presenza di un grande campione. Sì, mi commuovo ancora».

«Ciao Rombo. Rip», le poche parole di Francesco Totti a corredo di una foto postata sui social che lo ritrae con la Coppa del Mondo vinta a Berlino, sotto gli occhi di Riva.

Gianluigi Buffon al Tg2 ha parlato del suo rapporto con l’Isola: «Tutto quello che lui ha dato al Cagliari e alla Sardegna l’ha ricevuto, una personalità particolare e speciale come la sua si confaceva perfettamente a quelle che sono le caratteristiche dei sardi, era stato solo un errore iniziale non nascere lì». Una Nazionale con lui in porta e Riva in attacco? «Ci saremmo divertiti tanto, e ci saremmo anche fumati qualche sigaretta insieme».

Toccante la lettera aperta scritta all’Ansa da Roberto Baggio, che appoggiò il suo volto in lacrime sulla spalla di Riva dopo il rigore sbagliato nella finale dei Mondiali del 1994 contro il Brasile. «Caro Gigi, amico di tante battaglie e di altrettante ferite. La vita ci ha unito nel suo viaggio, vissuto da noi con tanto amore ed infinita passione per il gioco più bello del mondo. Sei stato unico e prezioso esemplare di grande umiltà. Sei stato per me un esempio bellissimo di coerenza e di attaccamento alla maglia, di sincero coraggio. Hai amato come nessun altro la terra che ti ha adottato. Hai saputo trasformare la tua sofferenza e i tuoi dolori in positivo riscatto. Sei stato un compagno di viaggio saggio e prezioso, sei stato sempre te stesso dentro e fuori dal campo. Sei stato qualcosa di unico ed indimenticabile, così come sono certo che unico e indimenticabile sarà quel "rombo di tuono" che saprà accoglierti nel tuo viaggio celeste, dove ti auguro di incontrare presto coloro che hai amato e che troppo presto hai perduto. Ti voglio bene, Roberto Baggio».

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata