Claudio Ranieri ha fatto commuovere ancora una volta tutta l'Unipol Domus, nella cerimonia di fine gara (dopo l'omaggio prima del fischio d'inizio di Cagliari-Fiorentina) che segna la fine della sua seconda storica esperienza in rossoblù. 

Squadra, staff e dirigenti tutti in fila, per il saluto in campo: a chiamarlo è capitan Leonardo Pavoletti, che stasera con la Fiorentina non ha giocato ma ha fatto gli onori di casa. «Questa serata è per tutti noi importante per un uomo, che ci ha portato alla salvezza: il nostro leader, il nostro comandante Claudio Ranieri», il suo richiamo, con l'allenatore che entra in campo osannato dalla squadra e dal pubblico. I giocatori lo abbracciano tutti assieme, e in quell'abbraccio c'è anche tutta un'intera isola che ha passato quattro anni e mezzo - fra la prima e la seconda esperienza - impossibili da dimenticare.

La commozione - Quando sul tabellone della Domus viene mandato in onda un video che riepiloga quanto fatto da Ranieri in rossoblù, a partire dal 1988, gli occhi del tecnico si fanno inevitabilmente lucidi, così come quelli di tantissimi tifosi. Un momento di fortissima emozione. La squadra dietro di lui, tolto Pavoletti che gli sta accanto, seduta sul prato della Domus. "Per sempre grati", recita il messaggio della società, che fa partire un lunghissimo e sentito applauso. «Lealtà, determinazione e coraggio: i valori più belli dello sport, grazie Claudio», gli dice il presidente Tommaso Giulini, consegnandogli una targa con il logo del Cagliari.

Le parole - «Buonasera a tutti, grazie per quello che mi state regalando», esordisce Ranieri. «Voglio ringraziarvi di cuore, quello che siamo riusciti a fare l'abbiamo fatto insieme. Ricordo quando sono arrivato un anno e mezzo fa: ho chiesto aiuto a tutti, perché solo con voi potevamo fare quello che abbiamo fatto». Qualcuno dagli spalti gli urla «Bravo», ma lui precisa subito: «Bravi voi e bravi i ragazzi». Quindi un messaggio diretto al cuore dei tifosi: «Voglio dire una cosa importante, dovete stare sempre vicino a questi ragazzi. Potranno sbagliare, ma l'importante è che non molleranno mai. Cammineranno sempre a testa alta se sanno che hanno voi dietro, quando giocano pensano a tutti voi, all'Isola e a quanto soffrite, alle difficoltà che avete nel viaggiare e starci vicini in trasferta. È la migliore spinta che un giocatore può avere sentire che dietro c'è un'Isola: vi ringrazio, di vero cuore». Poi il giro di campo, andando sotto la Nord a stringere le mani ai tifosi, mentre parte il coro «Risorgeremo, l'ha detto Claudio Ranieri» e dagli spalti gli vengono lanciate tantissime sciarpe (anche una della Roma) che raccoglie e porta con sé. Perché quanto ha fatto a Cagliari sarà impossibile da dimenticare per lui e per tutti.

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