Segno zodiacale Toro. Non a caso: leader, affidabile sostegno nei momenti complessi, innamorato della propria immagine. È tornato per ricaricarsi e ricaricare l'ambiente, Radja Nainggolan, per diventare un'icona della rivalsa. "Non mi volete e ve la faccio vedere io".

Siamo a Cagliari, una delle isole felicissime del calcio di fine 2019, dove la gente sogna a occhi ben aperti di confrontarsi, nella prossima stagione, con le grandi del calcio europeo. Dalla lotta dura per garantirsi un posto in Serie A ai quartieri alti, altissimi, questa metamorfosi della squadra rossoblù - la squadra di un'intera Isola, che piaccia o no - ha un volto, un tatuaggio, una massiccia presenza in campo e fuori, eccessi e profondità di un uomo che ha appena superato i trent'anni e ha già vissuto due, tre vite. Radja Nainggolan ha due nature, dentro: l'Indonesia del padre Marius, di stirpe Batak, e il sangue fiammingo di mamma Lizy.

I genitori di Radja si incontrano ad Anversa, in Belgio. Nel 1988 da quella unione nascono due gemelli, una femmina e un maschio: Riana e Radja, il nome del maschietto in indonesiano significa Re. È papà Marius che inizia i figli al calcio, al parco, una passione paterna che i figli assorbono e vedremo quanto, se oggi Radja è il più forte centrocampista del campionato italiano e Rania è una calciatrice professionista, dal calcio al calcio a cinque. E il pallone diventa presto una ragione di vita e di sopravvivenza, perché il padre se ne va di casa senza alcun motivo, torna in Indonesia abbandonando una madre e due ragazzini.

Radja Nainggolan e il presidente Giulini (foto L'Unione Sarda - Ungari)
Radja Nainggolan e il presidente Giulini (foto L'Unione Sarda - Ungari)
Radja Nainggolan e il presidente Giulini (foto L'Unione Sarda - Ungari)

Radja gioca, cresce e diventa un prospetto: nel 2000, a 12 anni, entra nelle giovanili del Beerschot, una benedizione perché in quella squadra di Anversa lo scopre Alessandro Beltrami, osservatore del Piacenza, che da quel momento diventa il suo procuratore e amico per la vita. Piacenza (con Stefano Pioli), poi Cagliari, Roma e Inter, con il giro che - per ora - si chiude qui, con tutte le soddisfazioni che i suoi quattro anni in rossoblù della vita precedente non gli hanno mai dato. A Cagliari Radja si scontra con diversi modi di fare calcio e di intendere il suo ruolo, quattro allenatori con cui ha dovuto mediare prima di salutare tutti e volare a Roma. La sua consacrazione a leader del senato giallorosso, con la benedizione di Totti e De Rossi, lo ha portato perfino a indossare la fascia di capitano di una squadra che rappresenta gran parte del tifo della Capitale. Se a Cagliari trova l'amore, Claudia, a Roma conosceranno anche gli eccessi privati di un carro armato del calcio, di uno che divora la vita e gli avversari, di uno straordinario centrocampista sia nella fase difensiva che in quella opposta. Anche lì, quattro anni di grandi prove e di incomprensioni con l'ambiente, fino alla cessione - il 26 giugno 2018 - all'Inter per 38 milioni di euro, con Zaniolo e Santon che passano alla Roma.

Radja Nainggolan (foto L'Unione Sarda - Solinas)
Radja Nainggolan (foto L'Unione Sarda - Solinas)
Radja Nainggolan (foto L'Unione Sarda - Solinas)

Cinque mesi e arriva la prima esclusione per motivi disciplinari, ma il girone di ritorno è altamente positivo ed è suo il gol (all'Empoli) che consente all'Inter di qualificarsi in Champions League. L'estate 2019, con il cambio della guardia alla guida tecnica dell'Inter, è un altro trauma sportivo da consegnare alla biografia di Nainggolan: Antonio Conte non lo vuole, la cessione diventa inevitabile. E Cagliari, con Tommaso Giulini grande regista dell'operazione, diventa una soluzione felice. Oggi Nainggolan è il più forte giocatore nel suo ruolo in Serie A. Quattro gol, un paio straordinari, una leadership evidente, quantità e qualità che da queste parti forse nessuno aveva mai visto. Vince il 64% dei contrasti, ha creato 17 occasioni da rete in 850 minuti (siamo alla vigilia mdi Sassuolo-Cagliari), con 22 tiri in porta. Radja ha tatuato un serpente verderame sul petto, che mostra i denti in direzione della frase One life, one wish. Sul braccio destro notiamo dei motivi floreali, su quello sinistro un Buddha e una carpa, simbolo del coraggio. Sul dorso delle mani ha quattro dadi, nella sinistra la scritta Hate to lose e nella destra Love to win. Sulla schiena ci sono le date di nascita e morte della madre, scomparsa nell'ottobre del 2010. Il prossimo tatuaggio? I tifosi sognano già, non diciamo cosa.
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