"È stato il fallo più brutto della mia carriera, un fallo bruttissimo".

Così Francesco Totti definisce il calcione rifilato a Mario Balotelli nel 2010.

Siamo in finale di Coppa Italia, la Roma affronta l'Inter che vincendo quel match mette la prima pietra sullo storico "triplete".

Nel corso di quella partita Francesco Totti tira un calcione da dietro a Balotelli che gli costerà l'espulsione immediata.

E nel libro "Francesco Totti, un capitano" scritto con Paolo Condò, ammette che quello era un gesto premeditato: "Un fallo bruttissimo. Dopo averlo commesso, mi avvicino a Balotelli, allungo una mano ma la ritiro subito dopo perché, a giudicare dalla forza del calcio, prima di un minuto non si rialzerà".

Non attende neanche che Rizzoli gli sbatta in faccia il rosso, il numero 10 della Roma: "È del tutto scontato, quindi mi avvio direttamente verso lo spogliatoio".

Il motivo di quel gesto premeditato il Pupone lo spiega oggi, nel libro appena uscito in edicola. Balotelli un po' gli ricorda Cassano, ma a differenza del fantasista barese non gli va proprio a genio: "Ad Antonio ho cercato di spiegare come si sta in campo, e parlo di rapporti fra giocatori. C'è un galateo anche all'interno delle partite piene di botte, e devo dire che pur mantenendo un'indole ribelle, Cassano molte cose le ha capite. Non altrettanto Balotelli. Con Mario, evidentemente, i riferimenti dell'Inter devono essersi stancati presto".

Così - tornando al calcione del 2010 - quando il capitano giallorosso vede SuperMario irridere i suoi compagni di squadra, giura: "Quando entro lo sfondo".

Totti lancia anche una frecciata a Zlatan Ibrahimovic e a quello che è il procuratore del fuoriclasse svedese e del centravanti della Nazionale italiana. "Magari un certo comportamento viene ispirato da Mino Raiola, visto che un altro suo celebre assistito, Ibrahimovic, si muove allo stesso modo".

(Unioneonline/L)
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