Sconfitta, contestata e disperata. E sempre più penultima in classifica con 3 punti dopo le prime nove giornate del campionato di Serie D. Nel kappaò interno con la Puteolana, sesto del torneo, riemergono tutti i problemi dell’Olbia. Che partono da un attacco asfittico e da una difesa colabrodo.

L’1-3 del “Nespoli” racconta sostanzialmente questo, al netto dei progressi sottolineati da Lucas Gatti. «Prima del loro gol, se qualcuno avesse detto che sarebbe finita com’è finita nessuno gli avrebbe creduto», ha detto nel post gara il tecnico dei bianchi, difendendo il portiere Di Chiara, bersagliato dai tifosi in particolar modo per il secondo gol subito, con un tiro da centrocampo («I gol iniziano sempre con errori di superficialità, tanti potevano fare meglio, io stesso potevo farlo», ha commentato Gatti), e sottolineando che l’Olbia che ha perso così malamente, ritrovandosi sotto 0-3 in quindici minuti, tra il 20’ e il 35’ del primo tempo, era la stessa che aveva fatto benissimo dei primi 20’.

Sta di fatto che anche ieri è toccato raccogliere la palla dal sacco, per un totale di 16 volte dall’inizio del campionato. Grazie a Lucarelli, a segno prima dell’intervallo, salgono invece a 6 le reti all’attivo: peccato per il rosso rimediato a fine gara, che lo costringerà a saltare la trasferta di domenica in casa dell’Atletico Lodigiani. E peccato che chi dovrebbe segnare, leggi Furtado, non riesca proprio a sbloccarsi.

Aspettando la riapertura del mercato per i rinforzi necessari per salvare la categoria – altro che Serie C – l’Olbia si becca una bella contestazione da parte dei tifosi in curva. A fine gara i giocatori, guidati da Gatti, si sono avvicinati per ascoltarli. «Con umiltà, siamo andati a sentire le loro ragioni: capiamo la loro arrabbiatura, la situazione è quella che è, ma devono sapere che daremo tutto perché possano essere orgogliosi dell’Olbia». Aggiungendo infine: «Non vedo l’ora che la città e la squadra entrino in sintonia per poter cambiare insieme questa situazione: non siamo indifferenti alla frustrazione dei tifosi, ma per uscirne abbiamo bisogno che ci diano una mano.

© Riproduzione riservata