Nazionale, Ventura: "Delegittimato dalla Federcalcio, mi sarei dimesso lo stesso"
"Mi sarei dimesso anche se mi fossi qualificato ai Mondiali". A parlare, per la prima volta in tv dopo il suo addio alla Nazionale, è l'ex ct azzurro Gian Piero Ventura.
E lo fa alla vigilia dell'amichevole di questa sera, che si giocherà in Svizzera, e che per la prima volta vedrà di fronte Italia e Arabia Saudita. In una veste particolare, però: gli italiani faranno da sparring partner agli arabi qualificatisi per Russia 2018.
"Non c'è un posto al mondo dove non si vedono i Mondiali. Li vedrò a casa mia, e visto come sono andate le cose vedrò solo la parte finale, così eviterò di soffrire. Perché per noi è una sofferenza", spiega l'ex mister del Torino a "Che tempo che fa".
Intervistato da Fabio Fazio, Ventura ripercorre quella che considera "una cicatrice enorme", l'avventura in azzurro: "Lungi da me da scaricare le responsabilità ad altri, le mie le prendo in toto, però è corretto spiegare come sono andati i fatti. Negli sport di squadra, nel calcio, non c'è mai una persona che vince o che perde. Quando siamo partiti (nel girone di qualificazione a 'Russia2018', ndr), lo scenario era chiaro: una si qualificava e noi non eravamo teste di serie. Arriviamo alla partita con la Spagna con uno score importante, imbattuti, primi in classifica. Due le possibilità: o batti la Spagna o vai agli spareggi...".
Dopo la sconfitta, sulla sua testa sono piovute molte critiche. Anche se quella era la prima partita persa in un anno.
Secondo Ventura, però, a far male alla Nazionale è stata la delegittimazione interna, arrivata dalla Federcalcio. Una delegittimazione, racconta lui, che c'era già stata al suo arrivo: "Quando ho sposato il progetto, questo prevedeva la presenza di Marcello Lippi, campione del mondo, a supporto mio, come direttore tecnico, e insieme. Invece, Lippi non ha firmato, è sparito il giorno dopo per motivi di regolamento riguardanti il figlio e sono rimasto senza rete. Ho fatto il doppio ruolo per diversi mesi, poi a fine anno il presidente Tavecchio doveva ufficializzare la mia investitura come direttore tecnico. Questo significava avere un po' di potere. Ma si è ribaltato tutto, è stato fatto un altro nome e all'interno della federazione sono stato delegittimato".
Poi, parlando dell'esclusione ai Mondiali, Ventura dichiara di essere dispiaciuto e di aver "rinunciato a molto per andare in Nazionale", e che capisce come si sentono gli italiani in questo momento: "Credo soffrano molto perché non siamo ai Mondiali ma il tempo mitigherà la loro sofferenza. La mia invece la porterò sempre, è atroce".
(Unioneonline/DC)