Fa discutere il mondo il “Bisht” fatto indossare dall'emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, a Lionel Messi, durante la cerimonia di consegna della Coppa del Mondo dopo la finale vinta dall’Argentina contro la Francia.

«È un vestito per un'occasione ufficiale, che viene indossato per le celebrazioni», ha spiegato alla BBC Sport, Hassan Al Thawadi, segretario generale del Comitato organizzatore del Campionato del Mondo. 

«Questa - aggiunge - è stata la celebrazione di Messi. La Coppa del mondo ha avuto l'opportunità di mostrare al mondo la nostra cultura araba e musulmana. Non si trattava del Qatar, era una celebrazione regionale. Persone di diversi ceti sociali sono state in grado di venire, sperimentare ciò che stava accadendo qui e capire che potremmo non essere d'accordo su tutto, ma possiamo ancora festeggiare insieme».

Ma, come detto, sui social è polemica. In molti, infatti, criticano la scelta di Messi di indossare la veste.

Innanzitutto per aver quasi coperto e dunque “oscurato” la maglia della nazionale che ha vinto il torneo, in un momento solenne dal punto vista sportivo. Ma a Messi si rimprovera anche una sorta di eccessivo ossequio all’emirato, finito nell’occhio del ciclone già prima del Mondiale perché accusato di non rispettare i diritti civili e quelli dei lavoratori.

E in tanti sottolineano che il 10 argentino è testimonial del turismo dell'Arabia Saudita, nonché una delle star del Paris Saint Germain di proprietà qatarina.

Da parte sua, lo sceicco Tamim Bin Hamad ha scritto su Twitter di avere «mantenuto la nostra promessa di organizzare un campionato eccezionale nei paesi arabi. Il torneo ha fornito un'opportunità ai popoli del mondo di conoscere la ricchezza della nostra cultura e l'originalità dei nostri valori». 

(Unioneonline/l.f.)

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