Un attacco cardiaco, i tentativi vani di rianimarlo, gli occhi che si chiudono. Per sempre.

Così se n'è andato il campione eterno, in un triste pomeriggio di fine novembre in un'anonima villa di Tigre, a nord di Buenos Aires. El Pibe de oro si trovava lì da due settimane per trascorrere il periodo di convalescenza dopo l'intervento chirurgico subito il 3 novembre per un ematoma subdurale alla testa.

Nei giorni scorsi, riportano i media locali, la sua famiglia lo ha visto "molto ansioso e nervoso", di qui l'idea di trasferirlo a Cuba, dove aveva già passato alcuni anni a combattere la sua dipendenza dalla cocaina.

Maradona oggi si era svegliato in buone condizioni, come nei giorni scorsi aveva preso i farmaci indicati dai medici ed era andato a sdraiarsi, una routine che seguiva abitualmente sin dalla sua dimissione dall'ospedale. Ma mentre si trovava a letto ha subito un improvviso scompenso cardiaco, vani i tentativi di rianimarlo. Diego non ha reagito, il suo cuore si è fermato per sempre.

Nove le ambulanze giunte sul posto, ma non sono servite: Maradona è morto intorno alle 13 argentine per arresto cardiorespiratorio. Accanto a lui, ha scritto l'agenzia Telam, non c'erano parenti ma un'infermiera, un assistente terapeutico, uno psicologo, uno psichiatra, altri medici.

Ad annunciare la morte del campione è stato il suo avvocato e la notizia è rimbalzata immediatamente prima in Argentina e poi in tutto il mondo. Il popolo argentino si è fermato, incredulo di fronte alla verità di aver perso il più grande campione della sua storia.

Alla villa dove è morto sono accorse subito l'ex moglie Claudia Villafane e le figlie Dalma e Giannina. Poi l'ultima fidanzata di Diego, Veronica Ojeda. Il luogo è stato immediatamente presidiato dalla polizia, mentre una schiera di giornalisti e telecamere si è riversata di fronte alla villa.

Il dolore di un Paese intero si scorgeva stasera negli occhi gonfi di lacrime dei suoi sostenitori, da quelli che lo hanno visto giocare vivendo la sua epopea ai fan più giovani. Un dolore riassunto nelle parole di un tifoso con la maglietta della nazionale argentina e nel suo pianto davanti all'ingresso del quartiere dove è morto il campione: "Diego, si è sgonfiato il pallone. Diego, senza di te non c'è più il calcio".

(Unioneonline/L)

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