A Cagliari va tutto bene: “Piazza importante e stimolante, rappresenta un’intera Regione, ha vinto lo scudetto ed è la squadra di Gigi Riva”. La Sardegna, “Regione che mi ha sempre affascinato, amo il mare”. E Cagliari stessa, “una città internazionale che ho trovato molto cambiata rispetto a come la conoscevo”.

L’unica cosa che non va è proprio il suo Cagliari. Walter Mazzarri si racconta a “Cagliari in diretta”, ai microfoni di Radiolina, e parla di una stagione finora molto difficile: “Questa posizione di classifica non compete al Cagliari”, dice. 

Il tecnico rossoblù ammette: “Pensavo fosse più facile, ero convinto che alcune partite sarebbero andate meglio”, e cita Salernitana e Venezia, due vittorie sfumate, e Roma, “gara in cui avremmo meritato un pareggio”. Le uniche partite davvero negative per Mazzarri sono state quelle contro Empoli e Fiorentina.

Momento difficile, ma “la squadra è in crescita, inizia a dare segnali che mi piacciono”. Il rammarico è la difficoltà nell’allenare la squadra: “Io vorrei sempre partire dall’inizio, mi piace dare fisionomia e automatismi alla squadra, quando arrivi in corsa è difficile perché ci sono tante partite una dietro l’altra. Ma ora qualcosa si sta vedendo, anche se c’è ancora tanto da migliorare. In fase difensiva quando ci abbassiamo concediamo troppo, e ci sono momenti delle gare in cui sbagliamo troppi passaggi”.

Per il tecnico sono “molto importanti i rientri di Dalbert e Keita”, e poi “tanti altri giocatori stanno crescendo”.

L’obiettivo ora è “ottenere il massimo in queste tre partite, poi a gennaio si spera di recuperare qualcuno e la società opererà sul mercato. Ma io sono fiducioso e credo anche nella crescita di questi giocatori”.

Si comincia da San Siro: “L’Inter è forte, in forma stratosferica, ma sono fiducioso perché se andiamo in campo con l’orgoglio delle ultime partite e l’organizzazione che abbiamo assimilato si può anche fare un risultato importante. Queste partite si affrontano con coraggio, cercando di esprimere il nostro gioco e far loro paura, impegnandoli nella loro fase difensiva”.

Modulo preferito è il 3-4-2-1, e sulla possibilità di schierare assieme Keita, Pavoletti e Joao Pedro, Mazzarri spiega: “Il calcio è equilibrio, quando li ho messi tutti e tre insieme contro la Salernitana i ragazzi mi guardavano perché a centrocampo ci eravamo abbassati, così ne ho dovuto togliere uno. In questo momento non ce lo possiamo permettere, poi a volte a partita in corso si può provare. Con il Torino li stavamo mettendo alle corde, ho messo Pereiro per vincere e il risultato è che noi abbiamo creato di meno, loro hanno avuto due palle gol. Bisogna riflettere su queste cose”.

Qualche curiosità, quel cronometro che porta sempre in panchina come un amuleto: “Ero famoso per questo, se voi ricordate quando ero in altre squadre spesso vincevamo agli ultimi minuti, non mollavamo mai. E il cronometro era un simbolo perché dobbiamo sempre provarci, fino al 97’ e oltre. Guardo i minuti perché finché c’è vita c’è speranza e bisogna tentarle tutte”. Quest’anno non sta andando proprio bene da questo punto di vista, “sta andando al contrario, non sta portando bene”.

A Cagliari Mazzarri ha preso casa sul mare, alla fine del Poetto: “Il mare è una mia fissazione, ho una casa con accesso sulla spiaggia. Ma sto dalla mattina alla sera ad Asseminello, spero a marzo di essere in una buona situazione di classifica per avere un giorno da dedicare a un bagno”.

(Unioneonline/L)

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