È sparito senza preavviso dai social, chiudendo i suoi profili Twitter e Instagram. La decisione di Massimiliano Allegri aveva scatenato le più svariate ipotesi: la delusione per le troppe critiche ricevute dopo la sconfitta di Madrid, un imminente addio alla Juve.

Ci ha pensato lo stesso diretto interessato a smentire le voci, nel corso della conferenza stampa pre-partita di Napoli-Juve.

"Non sono mai stato un grande seguace dei social. L'addio lo trovo una cosa una cosa normale. Come sono entrato, così sono uscito: l'ho deciso mentre ero a cena, e mi ha meravigliato che sia stato fatto tutto questo clamore. Capisco che le cose semplici destabilizzano, ma dobbiamo tornare alla normalità, altrimenti diventa tutto un problema", ha dichiarato.

Le critiche dopo la bruciante sconfitta contro l'Atletico Madrid le ritiene eccessive, soprattutto quelle via social: "Spiace per le reazioni che ci sono state, si erano create aspettative per cui la Juve doveva andare a Madrid e vincere 3-0. Questo è da persone poco intelligenti e scollegate dalla realtà. I social non li leggo, ho sentito in giro che ero molto criticato anche lì. Poi sono cascato dal pero, perché abbiamo giocato contro l'Atletico. Abbiamo fatto un brutto secondo tempo vero, ma nel calcio una palla può fare la differenza, è questione di centimetri".

Giusto criticare, spiega il tecnico bianconero: "Ma le critiche non devono essere dettate da un'aspettativa in cui si perde di vista la realtà. In Champions può succedere di tutto, non è come in campionato. Vincere non è facile, nessuno ti regala niente, anche il Real ci ha messo undici anni a vincere la Decima".

Allegri è nervoso anche perché "ci hanno dati per morti prima di essere eliminati, e di conseguenza sono venute fuori voci per cui Allegri va via per una serie di motivi che non sono assolutamente veri".

Chiudendo ancora il discorso sui social: "Si leggono cose e succedono fatti che sono gravi. I social sono uno strumento valido, ma non per tutti. Quando si legge pedofilia, stalking, viene tutto da lì perché la gente si nasconde. E questo è un problema sociale".

(Unioneonline/L)
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