«Basta, ma senza esasperazioni». La squadra juniores del Budoni che lascia – basita – Tempio scortata dai carabinieri dopo aver vinto 6-2, è un’immagine che il calcio sardo e lo sport in generale vogliono cancellare presto.

«Ma non si può non prenderne atto». A Oristano stasera ci sarà una riunione organizzata dalla Figc e dal Coni, alla presenza dei club, di allenatori, giocatori, arbitri e dirigenti. Per fare il punto della situazione. Gianni Cadoni, presidente del Comitato regionale della Figc, è sicuro: «Questi episodi invitano a fare di più per aiutare i ragazzi a divertirsi: l’obiettivo deve essere lo stesso anche per dirigenti, allenatori e arbitri. Tutte le componenti del calcio devono marciare nella stessa direzione. Per fortuna gli accadimenti negativi sono pochi, ma anche un solo episodio è troppo». La parola d’ordine è rispetto: «In generale e anche nei confronti degli arbitri. Come non è accaduto a Latte Dolce, in occasione di un’altra partita di calcio giovanile».

Secondo il presidente regionale del Coni Bruno Perra l’allarme è nella società: «Dobbiamo lavorare forse di più e meglio dentro le famiglie, le scuole e le società sportive», dice. «Non aprirei un caso sull’episodio di Tempio, ma non possiamo girarci dall’altra parte. Certo che, pur essendo un episodio isolato, non si può sentire che una squadra di calcio juniores abbia lasciato un paese dopo aver disputato la partita scortata dai carabinieri, che ringraziamo per l’intervento che mi pare essere stato cautelativo».

Secondo Perra, «dobbiamo educare meglio i ragazzi e noi adulti dovremmo dare l’esempio. Basta con l’esasperazione: bisogna abbassare i toni, lo sport è sport. Educazione, regole, solidarietà devono essere sempre alla base di tutto. Lo sport deve tornare a essere questo».

A prescindere da quel che è accaduto a Tempio, che per referente sardo del comitato olimpico rappresenta un caso isolato: «Nei campi sportivi, di calcio o di altri sport, si va a vedere una partita per rilassarsi, non per creare situazioni negative ai ragazzi in campo, i veri protagonisti. La soluzione? Per fortuna in Sardegna si tratta di eccezioni. Vanno monitorate», è la conclusione del discorso di Perra, «ma non ravviso gli estremi per un allarme generalizzato. Vanno senz’altro condannate, cercando di individuare chi si rende responsabile di episodi spiacevoli».

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