È sabato 12 settembre 1970 quando lo stadio Sant’Elia apre, per la prima volta, i cancelli al pubblico. "Una bella giornata di sole rinfrescata dal maestrale – racconta L’Unione Sarda nelle cronache dell’epoca –, un campo perfetto". Si accendono i riflettori sulla Coppa Italia nella sfida contro la Massese, prove generali per l’esordio in campionato con la Sampdoria e per quello, storico, in Coppa dei Campioni che accadrà qualche giorno più tardi con un sonoro 3-0 rifilato ai campioni di Francia del Saint Étienne.

L'Unione Sarda dell'11 settembre 1970 che annuncia l'inaugurazione dello stadio
L'Unione Sarda dell'11 settembre 1970 che annuncia l'inaugurazione dello stadio
L'Unione Sarda dell'11 settembre 1970 che annuncia l'inaugurazione dello stadio

In quel memorabile 12 settembre, con uno scontro che finisce 4-1 per i rossoblù guidati da Efisio Corrias, per la prima volta i giocatori scendono in campo con lo scudetto cucito sulle maglie. Due i gol di Riva, uno con un tiro in diagonale, che inaugura a 15 minuti dal fischio d’inizio il nuovo stadio, e uno di potenza. Un gol per Gori su rigore e un’altra rete rossoblù arrivata su autogol. Circa 30.000 gli spettatori, che diventeranno quasi 70.000 in occasione della gara di Coppa dei Campioni.

Un'istantanea dell'azione che porta al primo gol di Gigi Riva
Un'istantanea dell'azione che porta al primo gol di Gigi Riva
Un'istantanea dell'azione che porta al primo gol di Gigi Riva

Sarebbero seguiti quarantasette anni di tifo acceso e serrato di un pubblico appassionato e sincero, che domenica prossima renderà omaggio all'ultima partita nel "suo" stadio con un’iniziativa, "Coloriamo il Sant’Elia", volta a celebrarne, rigorosamente in "rossoblù", la gloriosa storia.

Domenica 28 maggio l’invito dei tifosi è, dunque, a recarsi al Sant'Elia "in rossoblù", per un’ulteriore e colorata dimostrazione di affetto all’indimenticabile tempio della passione calcistica cagliaritana. Per l’occasione è stata attivata anche una pagina facebook con tutti i dettagli dell’iniziativa.

LA STORIA - Progettato nel 1964, il Sant’Elia nasce come l’impianto che avrebbe sostituito il mitico Amsicora, ormai troppo piccolo per contenere l’entusiasmo dei tifosi, sempre più numerosi e vicini ai rossoblù che proprio in quell’anno conquistarono la serie A e cominciarono la cavalcata che portò alla vittoria dello scudetto.

Si valuta inizialmente un impianto in cemento armato di forma ellitica, composto da un unico anello in grado di contenere 35.000 tifosi. Presto ci si rende tuttavia conto che la capienza non è sufficiente e, in concomitanza con la vittoria dello scudetto, si decide di intervenire creando un secondo anello, quello superiore. I lavori si concludono nell’agosto del 1970, giusto in tempo per consegnare lo stadio al Cagliari e ai suoi tifosi con una capienza garantita da 60.000 persone a sedere e 10.000 in piedi.

È del 1990, in occasione dei Mondiali disputati in Italia, l’ulteriore rinnovamento per renderlo più moderno e funzionale: la capienza scende a circa 44.000 posti, con posti a sedere sui seggiolini e non più sul cemento. Viene costruita la copertura sulla tribuna centrale, migliorata la viabilità intorno allo stadio, costruito l’attuale enorme parcheggio.

Il presidente Giulini possa la prima pietra della "Sardegna Arena"
Il presidente Giulini possa la prima pietra della "Sardegna Arena"
Il presidente Giulini possa la prima pietra della "Sardegna Arena"

Prima dell'inizio del campionato di Serie B 2002-2003, a causa della decisione della Lega Calcio di non dare l'agibilità allo stadio stanti le condizioni di pericolo di crollo riguardanti alcuni settori, il Cagliari decide di investire, in tempi rapidissimi, tre milioni di euro: il nuovo "formato" dello stadio che ne esce, progettato per una capienza quasi dimezzata (23.486 posti) rispetto a quella del 1990, suscita inizialmente gradimento tra i tifosi, grazie agli "spalti" più vicini al terreno di gioco, all’inglese. Ne sarebbero poi, purtroppo, seguiti l’esilio di Trieste, il sogno infranto di Is Arenas, il ritorno per pochi intimi in uno stadio, il Sant’Elia, purtroppo non degno di essere chiamato tale. Fino al nuovo progetto recentemente presentato dalla società e il prossimo passaggio al "Sardegna Arena".

La speranza, dopo quarantasette anni, è che il sogno calcistico di una squadra, una città, un’Isola intera, possa trovare una nuova "casa" e un nuovo slancio per il futuro, nel rispetto e ricordo di un passato glorioso e di un entusiasmo dei tifosi che, come la manifestazione in programma per la prossima domenica ne è semplice ma emblematico esempio, non avrà mai fine.
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