Victor Ibarbo al Barcellona per oltre 30 milioni. Oggi sarebbe fantamercato. Perché per Ibarbo, oggi, c'è la maglia del Nacional di Medellin, dove tutto nacque, in attesa di una rinascita. Eppure, neanche due anni fa il colombiano era un uomo mercato il cui nome poteva tranquillamente essere affiancato alla squadra di club più forte e ricca del mondo. Erano i tempi in cui Ibarbo vestiva la maglia del Cagliari e metteva a ferro e fuoco le difese della Serie A.

Oggi Ibarbo è un giocatore svalutato. Una parabola discendente che ha colpito uno dei talenti più limpidi passati a queste latitudini, iniziata proprio nel momento in cui Ibarbo pareva aver fatto il grande salto. Un anno fa, di questi tempi, la cessione alla Roma, prestito con diritto di riscatto. "Realizzo il mio sogno", diceva Victor, che sbarcava in giallorosso dopo aver giocato 121 partite (realizzando 15 gol) in rossoblù. Ma il salto non c'è mai stato.

Perché Ibarbo, ancora fresco di infortunio, provava a bruciare i tempi, accusando un'immediata ricaduta. Tempi di recupero lunghi, oggetto misterioso in quel di Trigoria, pochi applausi e parecchi fischi. Alla fine della stagione, appena 13 presenze e nessun gol. In estate, il prestito veniva rinnovato, nell'ambito della cessione di Radja Nainggolan a titolo definitivo alla società del presidente Pallotta: 6 milioni subito e riscatto fissato a 8 milioni.

Ma Ibarbo alla Roma il campo non lo ha praticamente visto. Due spezzoni, sette minuti in tutto, poi la cessione al Watford, voluto dal presidente Pozzo, che anni fa lo aveva cercato all'Udinese. Il tutto, naturalmente, con la benedizione del Cagliari, ancora titolare del cartellino. Ma anche in Inghilterra di Ibarbo si perdono le tracce. In Premier mette insieme quattro presenze e 64 minuti di gioco. Pozzo ci crede, il tecnico Quique Flores no. E i risultati sono tutti dalla parte dell'allenatore. Pozzo, a malincuore, rimanda il giocatore al Cagliari, cui è ancora legato da un contratto fino al 2018.

Impossibile, però, pensare di riportarlo in rossoblù, in B. Si cerca una sistemazione che, per le normative del mercato, può essere solo in un campionato che sta iniziando. Qualche richiesta da Cina e Giappone, ma meglio valutare il mercato sudamericano. Si fanno avanti i brasiliani del Recife, poi il Nacional di Medellin, la squadra da cui il Cagliari acquistò Ibarbo, nell'estate del 2011.

La scelta è facile per il giocatore, che torna a casa, sempre in prestito con riscatto fissato a 8 milioni. Una scelta di cuore, ma non solo. Perché il Nacional gioca la Libertadores, una vetrina importante per il giocatore, che cercherà di rilanciarsi per dare una svolta a una carriera che, altrimenti, rischia di diventare un monumento all'eterno incompiuto. Sei mesi per ritrovare Segundo Victor Ibarbo Guerrero, quello che piaceva al Barcellona e che segnava allo Juventus Stadium dopo una fuga di settanta metri palla al piede. E che a 25 anni vuole ancora lasciare il segno.

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