Calcio: Juve, lo scudetto dei recordcon la firma di Allegri e Buffon
Il 28 ottobre, alla decima giornata di andata, Nicola Sansone sembrava aver scritto una verità incontestabile: con il suo gol-vincente, l’attaccante del Sassuolo scuciva dalle maglie bianconere lo scudetto. Undicesima a quota 12 punti, gli stessi del Chievo, undici in meno rispetto alla Roma capolista e dieci rispetto a Napoli, Fiorentina e Inter, la Signora non era mai sembrata tanto vecchia e inadeguata.
Il processo, celebrato sommariamente, vedeva Max Allegri sul banco degli imputati. Alla pubblica accusa, composta in gran parte dagli stessi tifosi bianconeri, si associava – parte civile – quella rossonera, sostenendo la tesi che “Allegri al secondo anno non combina più nulla. Con noi è stato lo stesso”, dicevano, ingrati.
Nessuno, in casa Juve, invocava le attenuanti generiche. Silenzio.
In quel momento così difficile, parlava un uomo solo. Gigi Buffon, capitano della Nazionale, uno che non le manda a dire, alzava la voce: ”Siamo la Juventus, basta figuracce, è il momento di reagire!”, era la sua arringa.
Da quel momento, mentre le rivali perdevano occasioni su occasioni per approfittare della situazione, la squadra bianconera cominciava una rimonta talmente straordinaria da non poter essere altro che la premessa a un’altrettanto straordinaria impresa: il quinto scudetto consecutivo, come negli anni Trenta (1930-'35).
La storia dei campionati è un romanzo infarcito di colpi di scena. Dopo pochi giorni, la Juve affronta il Torino nel derby. La gara è impantanata sull’1-1 quando, al 93’ Cuadrado la risolve da due passi. Vittoria. La prima. Otto giorni dopo, a Empoli, il vantaggio di Maccarone fa temere il peggio, ma arrivano tre gol e la vittoria. La seconda. Ne arriveranno altre. Quattordici in fila, prima che allo Stadium si presenti il Napoli, capolista. I partenopei giocano alla grande ma non passano. Ci vuole un tiro di Zaza, deviato, a sbloccarla a due minuti dal 90’. È il sorpasso, la quindicesima vittoria di fila, la svolta.
La tensione costa l’interruzione della striscia vincente, 0-0 a Bologna. Un piccolo incidente di percorso. Poi riparte la corsa, furibonda, inarrestabile, capace di passare sopra anche alla cocente delusione dell’eliminazione dalla Champions, maturata allo scadere della gara di Monaco che stava per diventare leggendaria.
L’ultima impresa - 24^ vittoria in 25 gare - è quella di Firenze, ed è storia di poche ore fa. Morata replica in 2’ al pareggio di Ilicic e i rivali storici della Roma fermano il Napoli.
La Juve centra con tre turni d'anticipo il quinto scudetto di fila, il 32° della storia (ma i tifosi bianconeri contano anche i due revocati dopo Calciopoli), il più bello degli ultimi anni.
Ceduti Tevez, Vidal e Pirlo, la Vecchia Signora ringiovanita ha saputo ripartire da Dybala, senza traumi. Ha impiegato due mesi ad assestarsi. Due mesi nei quali si è sentito qualche fischio, qualche lamentela, ma mai e poi mai la voce di Allegri. Lui è rimasto impassibile, nella sconfitta come nel trionfo.
Oggi lo scudetto porta la sua firma. Oggi lui è lo stile Juve.
I vincitori degli scudetti
Juventus**: 32
Inter e Milan: 18
Genoa: 9
Pro Vercelli, Bologna e Torino*: 7
Roma: 3
Fiorentina, Napoli e Lazio: 2
Cagliari, Casale, Novese, H. Verona e Sampdoria: 1
*revocati