È arrivato a Sassari nel primo anno dei Mele, che rilevarono nel 2006 la società presieduta dall'avvocato Dino Milia per oltre trent'anni.

Questa è la sua dodicesima stagione in biancoblù e il presidente Stefano Sardara gli ha esteso il contratto sino al 2024.

Jack Devecchi è l'ultima bandiera in un basket che fatica a tenere i giocatori a lungo.

Destino vuole che tagli il traguardo record delle 500 partite con la maglia sassarese proprio sabato sul campo della capolista Brescia, dove gioca Brian Sacchetti, suo compagno di squadra per sette stagioni.

Il capitano del Banco di Sardegna ha racimolato le 500 gare mettendo insieme A2, serie A, coppe italiane ed europee. Primato assoluto per la Dinamo, che abbatte persino quello di Emanuele Rotondo, per 16 stagioni nella sua Sassari.

Primato nella serie A di adesso, tanto che bisogna tornare ai tempi di Alessandro Tonolli (19 campionati a Roma, l'ultimo nel 2012/13) per trovare un esempio simile di fedeltà.

Ha persino battuto lo zio Vittorio Gallinari (padre di Danilo) che rimase 11 stagioni a Milano. Dallo zio ha ereditato il talento difensivo che gli è valso il soprannome di Ministro della Difesa.

Forse l'unico vero cruccio è non avere mai avuto una chiamata nella nazionale maggiore. L'avrebbe meritata la guardia-ala di Graffignana, nato a Sant'Angelo Lodigiano il 2 aprile 1985. Tanto più che nel 2015 il suo coast to coast e schiacciata contro il Real Madrid vinse la classifica della migliore azione con palla rubata di tutta l'Eurolega.

A dimostrazione di qualità anche in campo internazionale.

E poi, va smentito un luogo comune, che Devecchi non sia un attaccante: in serie A ha una media di 35.2% nelle triple, pari a quella di Ariel Filloy, superiore a quelle di Alessandro Gentile e Andrea Cinciarini, giusto per fare un paio di esempi.

È che da grande uomo-squadra qual è, Devecchi si concentra sugli aspetti meno eclatanti ma altrettanto fondamentali per dare sostanza alla squadra.

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