Dal secondo al terzo posto in campionato. Dall'eliminazione agli ottavi di finale contro il San Pablo Burgos che poi avrebbe vinto la Champions alla prima partita del Round 16 sempre nella massima competizione Fiba. Dall'8 marzo 2020 al 7 marzo 2021: un anno senza pubblico per la Dinamo, a causa della pandemia che ha stravolto la vita di tutti prima ancora che il basket. Il bilancio è di 22 vittorie in 36 partite, comprese coppe italiane ed europea. Il 61% di successi.

Sassari è stata l'ultima squadra a giocare nella serie A 2019/20: è scesa in campo a Roma mezzora dopo Trieste-Pistoia, altra partita giocata senza pubblico perché era già in vigore il DPCM del premier Conte (emanato il 4 marzo) per far fronte all'emergenza coronavirus. In un'atmosfera irreale la squadra sassarese si impose 93-88 con cinque giocatori in doppia cifra. I "superstiti" sono appena tre: Bilan (22 punti), Gentile (13) e Spissu (10) più Devecchi che non venne utilizzato. Due giorni dopo il tira e molla in Spagna, con il Banco che minacciò di lasciare San Pablo Burgos se non si fosse giocato senza pubblico. Alla fine si giocò in un palazzetto vuoto e il Burgos fece il bis dell'andata: 95-80. Gli spagnoli avrebbero vinto qualche mese più tardi la Champions.

La nuova stagione si è aperta sempre sotto la minaccia del Covid. La Dinamo ha ospitato a settembre il suo girone nella "bolla" di Olbia. Ha guadagnato la semifinale con 4 vittorie in sei partite grazie alla miglior differenza canestri nei confronti di Pesaro e Brindisi. Ha poi perso contro la Virtus Bologna.

Il campionato 2020/21 è iniziato invece a Pesaro: colpaccio per 95-85 sempre in un palazzetto vuoto.

Un anno dopo quel 8 marzo la formazione di Pozzecco ha perso in casa contro Saragozza per la Champions e a Varese per il campionato. Di sicuro l'assenza dei tifosi ha pesato e pesa (emotivamente ed economicamente) sull'andamento di una delle squadre col pubblico più numeroso e caloroso della serie A.

Resta il dato incontrovertibile di una società e una squadra che sono riuscite a mantenersi ad alto livello in Italia e in Europa in un periodo critico come non mai. E questo vale molto più di una manciata di vittorie e persino di un trofeo.
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