Battere l'Enel Brindisi per smaltire la rabbia della vittoria gettata via in Turchia nella prima gara di EuroLega. Che brucia ancora, eccome.

Lo ha confermato coach Sacchetti ieri: «Avevamo due falli da spendere e non ne abbiamo approfittato. È difficile razionalizzare la sconfitta con il Darussafaka, anche perché ci sono occasioni che vanno colte. Magari capiterà che giocheremo anche meglio ma la situazione e l'avversaria saranno diverse e perderemo ugualmente».

Per certi versi è un bene che la Dinamo ritorni dopo tre giorni sul parquet del PalaSerradimigni (ore 20,45 in diretta su RaiSport2) perché c'è da farsi male psicologicamente a ripensare troppo allo smacco di Istanbul e alle possibili conseguenze in un avvio di EuroLega tutto in salita. Una vittoria e due sconfitte per l'Enel guidata ancora da Piero Bucchi, considerando che in EuroCup ha affrontato una squadra italiana, Reggio Emilia. Brindisi ha perso il debutto a Pistoia per 85-78, nonostante cinque giocatori in doppia cifra.

Colpa anche delle 19 palle perse. Si è rifatta ampiamente in casa contro Bologna vincendo 81-54 con un secondo tempo impressionante per intensità: 54-20. Invece nella coppa europea ha perso a Reggio Emilia 82-79 dopo essere stata in vantaggio per 35'. Squadra lunga, con nove uomini e tante novità, ma come avverte Sacchetti: «L'Enel ha sempre iniziato bene, tanto che un paio di anni fa era in testa dopo l'andata. Ha lunghi meno potenti rispetto all'anno scorso, ma capaci anche di allontanarsi e tirare da fuori, come Zerini e Kadji, che conosciamo bene».

Proprio il lungo camerunense è il migliore realizzatore dei pugliesi con 15 punti e quasi 6 rimbalzi di media. È nel quintetto formato da Reynolds, Banks, Scott e Gagig, possente serbo di 2,10. Attenzione alla panchina dove Cournooh, Harris e Zerini sanno andare in doppia cifra e il montenergino Milosevic garantisce solidità.

Unico difetto apparente, oltre alle palle perse, il fatto che il Brindisi va ancora fra fiammate e black out, ma Sacchetti ricorda: «A inizio stagione è un problema di tutti, non solo in Italia, lo abbiamo visto anche con squadre d'alto livello europee. Noi di sicuro dobbiamo crescere singolarmente e come collettivo. Mi aspetto ad esempio che Haynes prenda iniziativa anche nel primo tempo e che Petway si abitui a fare il protagonista in attacco perché ne ha le capacità».

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