I sacrifici sono stati tanti, così come i chilometri affrontati. Ma proprio grazie a una preparazione certosina e severa Stefano Cicalò è riuscito a conquistare il bronzo ai Tricolori di marcia tra i Seniores, domenica scorsa a Milazzo, nella prova da 35 km. Caparbietà, duro lavoro e umiltà: sono i tre punti chiave che hanno permesso al ventiquattrenne della Gonone Dorgali, del presidente Ignazio Sagheddu, di concludere la sua fatica in 3h02’01’’ e salire sul podio, conquistando il risultato più importante della sua carriera sino ad oggi.

Cicalò, un bronzo che sa di nuovo inizio.

«Sono felice, una medaglia ai campionati italiani è il sogno di ogni atleta. Stavo preparando i Tricolori da settembre, mi sono allenato tanto. Non me lo aspettavo, visto il parterre, ma non ho mai smesso di crederci e questo mi ha dato una grande motivazione».

Il suo futuro sarà sui 35 km?

«Penso di sì, è una distanza che voglio riprovare spero già a fine febbraio o intorno ai primi di marzo».

Una prova molto complessa, fisicamente e mentalmente.

«Sì, era la prima volta che marciavo per così tanti chilometri in gara e soprattutto nel finale ho sofferto parecchio, sia a livello organico che psicologico».

Dal punto di vista cronometrico è soddisfatto?

«Avrei voluto fare meglio, il percorso però era molto selettivo. L’obiettivo futuro è marciare, almeno, sotto le 2h50’».

Come si è preparato per questo appuntamento?

«Ho svolto una media di 140 km alla settimana distribuiti in nove allenamenti, ho doppiato le sedute mattina e sera. Gli allenamenti sono stati intensi, ho effettuato lavori specifici come 20 volte i 1000 o tre volte i 7000 che non sono semplici da gestire».

Oltre ad essere un atleta, lei lavora nella ristorazione.

«Esattamente, conciliare l'atletica con la propria professione non è facile ma i miei colleghi e il mio datore di lavoro mi hanno dato una mano fondamentale e li ringrazio profondamente. Ho avuto l’opportunità di avere due giorni liberi in più alla settimana, il che mi ha consentito di allenarmi maggiormente».

Quali sono state le figure che l’hanno accompagnata in questo percorso?

«Il mio tecnico Gianmauro Pirino, il mio presidente Ignazio Sagheddu e, infine, Luigi Leotta che mi ha seguito in tutti gli allenamenti dandomi una mano fondamentale, stimolandomi nei momenti più complessi. Era con me anche il giorno della gara, la presenza di un amico fraterno come lui è stata essenziale».

Prossimi obiettivi?

«Il 19 marzo i Tricolori della 20 km a Frosinone».

Il suo sogno nel cassetto?

«Vestire la maglia della nazionale. Non smetterò di crederci e quando arriverà il mio momento mi farò trovare pronto».

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