Sino alla fine degli anni Novanta è stato uno dei bomber più prolifici della Serie D.  Giocava con Selargius e Arbus. «Ricordo un gol contro la Casertana, di ginocchio da fuori aria, il più bello della mia carriera».

Sicuramente il più originale. Sono passati venti anni ma secondo Pier Paolo Piras il campionato di D conserva sempre lo stesso valore: «Era un buon campionato prima e lo è anche ora con buoni giocatori e buone società». Fratello dell’indimenticabile bomber del Cagliari Gigi, anche Pier Paolo, una volta appese le scarpette al chiodo, ha deciso di sedersi in panchina: «Quest'anno sono orgoglioso di guidare il Quartu 2000 in Prima categoria. Siamo partiti con l’intento di disputare un campionato da protagonisti, però la fortuna non ha girato dalla nostra parte. Abbiamo avuto assenze importanti per buona parte del campionato. Tuttavia siamo contenti di aver creato un bellissimo gruppo con tanti giovani. Spero di restare in questa società anche nella prossima stagione per puntare alla promozione, anche se vincere non è facile. Ho trovato una società splendida con un grande presidente, Donato Allegrini e collaboratori eccellenti come il direttore sportivo Andrea Piano ed il fisioterapista Raffaele Secci. Il girone A è molto equilibrato e riserva un finale di torneo entusiasmante con tre squadre in lizza per la promozione: Baunese, Jerzu e Uta sono tutte attrezzate per vincere, non vedo una favorita sull’altra. Che vinca la migliore».

Per il prossimo torneo si vocifera che la regola sui fuori quota da inserire obbligatoriamente in prima squadra sia sul viale del tramonto: «È una regola iniqua, perché molti giovani non sono pronti ma devono essere schierati per forza per cui durante gli allenamenti non si impegnano più di tanto».
Stare in panchina e dirigere un gruppo è un lavoro difficile e di responsabilità: «Cerco giocatori che abbiano personalità e infondano sicurezza, allo stesso modo credo che una delle peculiarità di base di un allenatore sia il carisma. Se dovessi scegliere un giocatore che rispecchia appieno le caratteristiche del giocatore tipo non avrei dubbi, Kevin de Bruyne».
Sono tanti gli allenatori che hanno avuto la buona sorte di avere nelle loro equipe il bomber di Selargius e che ne hanno giocoforza contrassegnato e influenzato il modo di stare in panchina, Piras ci tiene a rammentarne alcuni: «Tra i più incisivi Tiddia, Salvori e Capellaro». Come dirigenti: «Giampiero Badas e Franco Sarritzu grandi scopritori di talenti e il presidente Innocenzo Zaccheddu. Grandi maestri di calcio e di vita».

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