Ha fatto 41 anni esattamente un mese fa Marco Manis, che continua a essere protagonista in Eccellenza. Da dicembre 2022 il portiere è alla Ferrini, tornata ieri al terzo posto nel massimo campionato regionale con l'1-0 al Sant'Elena. Su cui c'è anche la sua firma, con una gran parata al 90' sull'ex Atzei. «In carriera mi sono tolto tante soddisfazioni», dice al programma "L'Informatore Sportivo" su Radiolina, condotto da Lorenzo Piras. «Dopo questa vittoria siamo di nuovo terzi, nel gruppo di squadre per i playoff di un torneo livellato verso l'alto e senza squadre materasso. Abbiamo uno zoccolo duro coi vari Bonu, Boi, Usai e Podda che sono alla Ferrini da tanti anni e numerosi giovani: una società modello, con Sebastiano Pinna che è uno degli allenatori più preparati. L'Ilva sta rispettando il pronostico, due anni fa lì avevo vinto il campionato e dopo la sfortunata retrocessione della scorsa stagione aveva l'obiettivo di tornare in D. Ha preso giocatori importanti per la categoria, a partire da Ruzittu in porta». Fra i grandi protagonisti del calcio sardo anche un suo quasi coetaneo, Mauro Ragatzu (classe '82) che sta trascinando a suon di gol il Monastir in Promozione. «Giocatori come lui sono incredibili, dei professionisti. Sia Mauro sia Gianluca Siazzu, che in Seconda Categoria è a 27 gol e continua ad avere tanta voglia e amore di questo gioco».

Oltre vent'anni fra i pali. Per Manis anche un'esperienza a inizio carriera nelle giovanili del Cagliari, sfiorando l'esordio in prima squadra tra fine anni Novanta e primi Duemila: «Ci sono andato vicino, prima in Serie A e poi in Serie B». Poi Villacidrese, Atletico Calcio, Olbia da riserva di Luca Pastine e sempre in C2 la Nuorese. «Sono state le stagioni migliori, coi playoff per salire in C1 e giocatori fenomenali: c'era un entusiasmo incredibile a Nuoro, poi purtroppo la società era fallita. Ho avuto un infortunio al ginocchio, sono passato tra Tavolara e Melfi prima di tornare all'Olbia con un nuovo progetto dopo il fallimento». Prima di tornare in Sardegna nel 2020 ha anche fatto esperienze fuori dall'isola: le principali in Liguria, dove arriva nel 2015 all'Argentina Arma e rimane due anni. «Una squadra di proprietà di un imprenditore di Sanremo, nel comune confinante, e avevamo fatto i playoff per salire in C. Con lo stesso presidente ho poi giocato alla Sanremese, un'altra bellissima esperienza venendo votato miglior portiere in D in maniera inaspettata, perché non sapevo della nomination». E non pensa di smettere: «Il mio lavoro è fare il calciatore, finché ho voglia e il fisico mi aiuta continuo. Poi ho fatto il primo passo quest'anno e preso il patentino da allenatore, per rimanere nel calcio: è il mio mondo fin da piccolo».

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